FUSCALDO – Paolo Cavaliere, già vice sindaco di Fuscaldo, consigliere comunale in carica e componente della struttura speciale della consigliera regionale Luciana De Francesco, denuncia difficoltà vissute sul territorio rispetto alla pratica della macellazione del suino ad uso domestico, forma di sostentamento per varie famiglie ma anche tradizione e momento d’incontro.
“Da rappresentante politico e attento osservatore delle problematiche sociali e sanitarie del mio Comune – è la premessa di Cavaliere – corre l’obbligo focalizzare la mia attenzione su un fenomeno che oltre a rappresentare un indiscutibile aspetto antropologico rappresenta un aspetto di estrema importanza sociale e sanitaria. La macellazione del suino ad uso domestico – evidenzia – da sempre ha rappresentato un momento d’incontro tra famiglie ed amici, teso a rafforzare non solo il legame affettivo ma anche il senso di un’appartenenza locale, vissuto con il ripetersi di usi antichi e radicati nel tempo”.
Tra i fattori che concorrono a minare tale tradizione – secondo Paolo Cavaliere – “ci sono oggi anche le nuove norme sanitarie che devono essere applicate a tutela di tutti”. “Tali nuove norme che hanno permesso di sostituire il veterinario ufficiale (che non ha più l’obbligo di effettuare la visita del maiale) con figure come cacciatori formati, macellai di professione e veterinari liberi professionisti, aggiungono qualche difficoltà, essendo tali figure ben poco disponibili ad impegnare intere giornate lasciando le loro attività chiuse o non praticate”, spiega nel merito il politico. “Quindi – aggiunge – si è creato un controllo sulle macellazioni non più capillare come avveniva prima ed una difficoltà ad effettuare le stesse che, al fine di evitare il blocco sullo scarico del possesso animale, vengono anche condotte impropriamente affidandosi il più delle volte all’esperienza familiare”.
Poi conclude: “Da politico, rapportandomi con addetti ai lavori, cercherò di proporre delle soluzioni nella speranza che sia la Regione e sia le Asp provinciali si sensibilizzino alla problematica, considerata di minor conto e trascurata, ma di grande valenza socio-sanitaria ed importanza per le microeconomie rurali. Così lasciata, la questione, non solo aumenterà i rischi a carico nei consumatori, ma non potrà che avviarsi verso il declino”.