ENNA – Ha ucciso la suocera colpendola con un coltello da cucina e un paio di forbici. Diversi fendenti alla gola e all’addome. Quando i parenti sono entrati in casa l’hanno trovata che stava fumando una sigaretta seduta a cavalcioni sul cadavere di Margherita Margani, che di anni ne aveva 62.
L’assassina ha messo per iscritto la sua confessione davanti ai carabinieri della stazione di Pietraperzia e al pubblico ministero Michele Benintende della Procura di Enna.
«Sono stata io, ma per difendermi, non la sopportavo. Mi ha colpito con un coltello», ha spiegato la donna, mostrando un piccolo taglio sull’indice della mano sinistra. La donna era andata a casa della suocera, poco dopo le 8 del mattino, per prendere un caffè. Quindi la lite, il tentativo di difendersi e la violenza che degenera.
Il suo legale, l’avvocato Salvatore Timpanaro, ha chiesto che la ferita sulla mano venisse fotografata. È l’ipotesi di legittima difesa che sosterrà a partire da lunedì quando è fissata l’udienza di convalida dell’arresto. Il numero dei colpi solo l’autopsia dirà quanti siano stati fa pensare a un gesto rabbioso. I rapporti molto tesi fra le due donne, e forse anche la depressione, potrebbero avere scatenato la furia omicida.
«Non voleva curarsi e da un anno e mezzo vivevamo nell’inferno», dicono i familiari della donna fermata per omicidio. Di Dio, casalinga e madre di due figli, era sposata con Francesco Arnone, figlio della vittima, che lavora in un’agenzia di pompe funebri. I rapporti con la suocera erano tesi da tempo.
C’è un grave episodio datato luglio 2018. Il fratello di Francesco Arnone, Christian, era intervenuto per difendere la cognata Laura, allora incinta, durante una pesante lite con il marito. Erano volate parole grosse e qualche schiaffo. Christian andò a casa dove nascondeva una pistola, tornò sotto l’abitazione del fratello e gli sparò mentre era affacciato al balcone. I poliziotti lo arrestarono per tentato omicidio. Un precedente che ha incrinato il rapporto con la suocera.
In famiglia le avrebbero dato la colpa dei guai giudiziari del cognato. Con la madre del marito non si erano rivolte la parola per anni. Pian piano il rapporto sembrava essersi ripreso. C’erano di mezzo i nipoti, di cui spesso la nonna si prendeva cura. «Io amo mia moglie e la tragedia di oggi non c’entra nulla con quanto successo qualche anno fa con mio fratello Christian», ha spiegato Francesco Arnone, cercando di spazzare via i dubbi sul suo rapporto di coppia e le tensioni su cui si scava alla ricerca del movente del delitto.
L’uomo ha raccontato che da mesi non lasciava più i figli con la moglie per paura che potesse fare del male ai bambini. «Si alzava di notte, dormiva pochissimo e mangiava quando aveva voglia. Avevamo consultato un medico, ma lei non prendeva le medicine. Nei giorni scorsi avevo proprio pensato di rivolgermi a uno specialista».
Suocera e nuora abitavano in due abitazioni limitrofe. Ieri mattina l’estetista aveva appuntamento con Laura Di Dio, che però non era in casa. Si è dunque rivolta al marito. Insieme sono andati a casa della vittima per vedere se per caso si trovasse lì. Hanno aperto la porta dall’esterno con le chiavi. C’era Laura che fumava, seduta a cavalcioni sul corpo della suocera in una pozza di sangue. Inutile l’arrivo dei soccorsi.
Per ricostruire la personalità della 32enne e il contesto in cui è maturato il delitto, i carabinieri della compagnia di Piazza Armerina e della stazione di Pietraperzia stanno sentendo amici e parenti.