PAOLA – Carenza di personale penitenziario, e scarsità di investimenti manutentivi in un istituto che si contraddistingue per le attività trattamentali realizzate sia all’interno che all’esterno dell’istituto. È questa la relazione stilata dagli osservatori dell’associazione Antigone dopo una visita alla struttura detentiva. Dal 1998, infatti, l’Associazione – che si occupa di carceri, giustizia, diritti umani e prevenzione della tortura – è autorizzata dal ministero della Giustizia a visitare i 190 istituti penitenziari presenti in Italia.
Quattro osservatrici della Calabria così si sono presentate all’interno della Casa Circondariale di Paola. Il risultato?
«La Casa Circondariale di Paola apre nel 1992, anche se la costruzione dell’edificio risale al 1982. L’Istituto si trova in un’area periferica rispetto al contesto cittadino e non è raggiungibile con i mezzi pubblici. È possibile arrivare in treno fino alla stazione centrale di Paola, ma per raggiungere il carcere è necessario utilizzare un taxi e ciò rappresenta una criticità rilevante poiché vanifica l’apertura del carcere all’ingresso di tirocinanti, studenti tutor e volontari stabili. La struttura necessita di interventi di manutenzione costanti volti ad attenuare le infiltrazioni di umidità generate dalla salsedine marina. Soltanto sei detenuti in articolo 21 alle dipendenze dell’amministrazione Penitenziaria sono impiegati nella manutenzione ordinaria del fabbricato (Mof), cura del verde e lavori di igiene e pulizia degli spazi interni. La casa circondariale ospita 169 detenuti (per una capienza regolamentare di 183) prevalentemente di nazionalità italiana, con una percentuale di stranieri che sfiora il 25%, provenienti prevalentemente dall’Africa del Nord e dall’Europa dell’Est; solitamente giungono quasi tutti come secondo ingresso, a seguito di una precedente permanenza presso altro Istituto.
Nella sezione a custodia attenuata la capienza è di 21 celle con una presenza attuale di 26 detenuti. Le altre quattro sezioni ordinarie sono distribuite su tre piani, ognuno dei quali è organizzato in due reparti.
Al piano terra è presente il reparto di isolamento dove al momento della visita erano recluse due persone, e un ulteriore reparto attualmente in fase di ristrutturazione.
Al primo e al secondo piano vi sono gli altri reparti, ognuno costituito da 25 celle all’interno delle quali sono collocati due detenuti. Sono garantite 8 ore di attività all’esterno delle camere di pernottamento che risentono tutte delle infiltrazioni di umidità ampiamente presenti in molti spazi dell’Istituto che abbisogna solo per alcuni ambienti anche di una ritinteggiatura delle pareti.
I detenuti svolgono colloqui con i familiari tutti i giorni, compreso il sabato, e soltanto una domenica al mese. Durante la visita il clima tra detenuti e personale penitenziario trattamentale e della sicurezza appare disteso e sereno.
La disponibilità di un teatro con una capienza di circa 150 posti a sedere, aule scolastiche accoglienti, attrezzate e adeguatamente riscaldate dotate altresì di apparecchi di climatizzazione fissi per la stagione estiva, ampi spazi esterni molto curati e ricchi di piante agevolano la possibilità di organizzare svariate attività trattamentali all’interno dell’istituto.
Tra queste, il corso di formazione abilitante alla professione di pizzaiolo tenuto dall’Associazione nazionale pizzaioli italiani e finanziato dal Dap, che dà diritto al rilascio di un attestato per la qualifica professionale è favorito dalla realizzazione di un ampio spazio laboratoriale nel quale è presente attrezzatura industriale necessaria alla preparazione e alla lavorazione della pizza, due forni, uno elettrico all’interno e uno a legna posto in un ampio spazio di socialità all’esterno.
Tra le svariate attività, alcune con rilascio di attestato abilitante, realizzate all’interno e all’esterno dell’istituto sono parse degne di nota: il corso di navigazione in barca a vela tenuto in collaborazione con il Club Nautico di Paola; il corso di educazione ambientale “Mare Pulito” volto all’approfondimento delle tematiche legate alla raccolta differenziata; il corso di sensibilizzazione al contrasto dell’abbandono di animali domestici “Di Zampa in Zampa”; il corso sulla nutrizione “Vivere a colori”; il corso sulla professione di “bilanciaio” impartito proprio da un detenuto che all’esterno svolgeva questo mestiere; i corsi di yoga e meditazione; il corso di badminton.
Dieci detenuti svolgono lavori di pubblica utilità all’esterno del carcere grazie a protocolli d’intesa sottoscritti con i Comuni di Paola e San Lucido finalizzati alla cura dell’ambiente e delle spiagge.
Tali numeri appaiono comunque piuttosto esigui in relazione all’importanza che riveste il lavoro nei percorsi di risocializzazione e reintegrazione nella società delle persone detenute e al problema dell’inserimento o reinserimento lavorativo di detenuti ed ex detenuti, caratterizzato sovente da scarse opportunità di successo. Soprattutto sul versante del lavoro vi sono significative potenzialità che, per non andare disperse, dovrebbero incontrare maggiore attenzione da parte delle istituzioni.