Immagine del maresciallo Tito

CATANZARO – I consiglieri Riccio, Polimeni, Lobello e Concolino propongono la mozione in consiglio comunale richiamando la proposta di legge per la revoca del tiolo di cavaliere della Repubblica al maresciallo Tito.
«Anche Catanzaro può rilanciare l’iniziativa parlamentare che, in occasione del Giorno del ricordo delle vittime delle foibe, i gruppi di Forza Italia e Fratelli d’Italia hanno lanciato attraverso la presentazione di una proposta di legge finalizzata alla revoca del titolo di Cavaliere della Repubblica al maresciallo Tito alla cui storia è legata una delle pagine più dolorose del Novecento».

A chiederlo ufficialmente, attraverso la presentazione di un’apposita mozione, sono i consiglieri comunali Eugenio Riccio, Marco Polimeni, Alessandra Lobello e Lea Concolino. «Presidente della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia dal 1953 al 1980, anno della sua morte, nel corso della sua lunga esperienza politica, Tito si è macchiato di vari crimini: in particolare la sua figura è legata alla tragedia delle foibe, profonde cavità naturali tipiche della Venezia Giulia che vennero utilizzate, nel corso della Seconda guerra mondiale e nel Dopoguerra, per occultare le vittime italiane uccise dai partigiani jugoslavi e che, secondo le stime più attendibili, furono circa diecimila, prevalentemente italiani. La Legge 3 marzo 1951, n. 178 – che ha istituito l’Ordine al merito della Repubblica Italiana – prevede all’articolo 8 che il presidente del Consiglio può promuovere la revoca del decreto di concessione dell’importante onorificenza».

Tra le principali personalità straniere insignite del riconoscimento di Cavaliere della Repubblica «c’è anche il Maresciallo Tito, al quale il riconoscimento fu conferito nel 1969, durante la presidenza di Giuseppe Saragat e il secondo Governo Rumor. La revoca dell’onorificenza data a chi si è macchiato di gravi crimini, rappresenta il giusto tentativo da parte del Governo italiano di giungere ad una pacificazione, nel ricordo di una delle pagine più brutte della storia italiana del Novecento».

Un contributo decisivo, in tal senso, «non può che provenire dalle istituzioni scolastiche, chiamate non tanto a trasmettere ai giovani mere nozioni, quanto a formare dei cittadini coscienti e consapevoli del loro passato. Auspichiamo che il Consiglio comunale di Catanzaro faccia la sua parte nello sposare questa iniziativa di respiro nazionale e agendo in difesa dei principi fondamentali del nostro ordinamento costituzionale».