REGGIO CALABRIA – Nell’ambito della lotta al “caporalato”, nell’hinterland reggino sono state scoperte 32 aziende irregolari e 80 lavoratori sfruttati (33 in nero) ed 11 attività imprenditoriali sono state sospese.
Si è infatti conclusa l’attività della task force per la lotta al caporalato ed allo sfruttamento del lavoro, promossa dalla Direzione centrale per la tutela, la vigilanza e la sicurezza del lavoro di Inl nell’ambito del Progetto multi-agenzia Alt Caporalato D.U.E., finanziato dal fondo Politiche migratorie 2020 del Ministero del lavoro e delle Politiche sociali, l’attività ha coinvolto ispettori degli ITL di Reggio Calabria, Napoli, Roma, Bari, Salerno, Cosenza, Foggia, Potenza-Matera, Cagliari Oristano, Carabinieri del N.I.L. di Reggio Calabria, ispettori dell’Inps e dello Spisal della locale Asp, nonché mediatori culturali dell’O.I.M., con il supporto logistico delle locali stazioni dell’Arma.
Gli accessi ispettivi hanno riguardato diverse aziende agricole operanti nei territori della piana di Gioia Tauro e Rosarno, dove in questo periodo lavorano molti braccianti extracomunitari, impegnati nella raccolta degli agrumi: 53 sono le aziende controllate (32 sono risultate irregolari).
Undici le attività imprenditoriali sospese.
Sono state verificate 246 posizioni lavorative: 80 i lavoratori irregolari, di cui 33 in nero.
Un bracciante extracomunitario era privo di permesso di soggiorno e 5 lavoratori italiani in nero percettori di reddito di cittadinanza.
Sono state infine emesse 14 prescrizioni per omessa formazione e visite mediche, nonché per altre violazioni sulla sicurezza sui luoghi di lavoro.