CETRARO – A terra sanguinante, alla mercé di un grosso rottweiler. Poi le urla della figlia e di altre persone. Il panico. La corsa verso l’ospedale. E’ per questa storia che l’ex direttore dell’ospedale Spoke Paola-Cetraro, Vincenzo Cesareo, è stato condannato per aver cagionato lesioni personali ad un uomo.
L’ex dirigente medico è stato infatti giudicato colpevole del reato di cui all’articolo 590 codice penale, per avere “per colpa – si legge nella sentenza – cagionato lesioni personali” a V. O., “che veniva aggredito da un cane di razza rottweiler in proprietà del Cesareo”.
Ed oltre la condanna di primo grado, in sede di giudice di pace, il dottor Cesareo è stato condannato anche in sede di appello.
Verso la menzionata sentenza, infatti, il difensore dell’imputato ha proposto atto di impugnazione denominato “atto di appello e contestuali motivi”.
L’esponente lamenta “l’erronea valutazione delle prove testimoniali e l’inattendibilità dei testimoni, sostenendo che il giudice di prime cure ha fondato l’affermazione di responsabilità dell’imputato sulle dichiarazioni della persona offesa e dei menzionati testi; eppure, la ricostruzione dei fatti quale emersa dagli atti di indagini preliminari non è stata confermata in dibattimento”.
A tal proposito, l’esponente pone a confronto quanto dichiarato dalla persona offesa in sede di querela con quanto dalla medesima riferito all’udienza del 20 giugno 2017; e le dichiarazioni dei testi vengono richiamate dal ricorrente per concludere che “vi è una discrepanza tra quanto da loro riferito e quanto dichiarato dalla persona offesa, tant’è vero che l’imputato ne eccepiva l’inattendibilità già in sede di escussione dibattimentale”.
L’esponente segnala che “appare inverosimile che una figlia, accorrendo alle urla del proprio padre e trovandolo a terra sanguinante alla mercé di un grosso rottweiler, invece di aiutarlo afferri il proprio cane, un barboncino, e rientri in casa; allo stesso modo è inverosimile che i familiari intervenuti sul posto si siano interessati solo del cagnolino senza prestare attenzione a loro congiunto”.
“L’inattendibilità di uno dei due testi – secondo la difesa – viene ravvisata anche laddove questi fa riferimento all’arrivo di un’autoambulanza, arrivo che non risulta confermato nei termini indicati dal predetto teste”.
Il ricorso è stato però rigettato e Cesareo condannato anche in appello a pagare le spese processuali e 2mila euro. (g. s.)