TIRRENO – «Le condizioni di lavoro del personale dipendente della società Ladisa, che gestisce l’appalto del servizio mensa degli ospedali di Paola e Cetraro, sono da tempo divenute insopportabili». È quanto denuncia l’Usb Lavoro Privato di Cosenza, che aggiunge: «Negli scorsi mesi, abbiamo più volte rappresentato le problematiche riscontrate dai lavoratori e avanzato specifiche rivendicazioni, rimaste puntualmente inascoltate».
«In data odierna – continuano i rappresentanti del sindacato – ci vediamo costretti a denunciare nuovamente il comportamento a dir poco improprio dei vertici dell’azienda appaltatrice. Già informata formalmente delle nostre rimostranze nei diversi incontri tenutisi presso il cantiere di Paola, alla presenza della responsabile dott.ssa Lucibello. Nello specifico la società Ladisa ha inteso diminuire il monte ore dei lavoratori in servizio presso il cantiere di Paola senza alcuna comunicazione previa e soprattutto senza che ci sia stata alcuna diminuzione dei pasti giornalieri da consegnare all’ospedale della costa tirrenica. Scelta arbitraria e ingiustificata».
«L’appalto in questione – spiegano ancora dall’Usb – è stato più volte oggetto, negli anni, di problematiche legate alla gestione del servizio e alle pessime condizioni di lavoro dei dipendenti. Condizioni che, al momento, non sono mutate, nonostante i tavoli di confronto avuti in Prefettura. Ci teniamo a ribadire, inoltre, che il servizio mensa degli ospedali Asp della provincia di Cosenza rappresenta un nodo centrale all’interno dei servizi per la sanità pubblica e il peggioramento delle condizioni lavorative rappresenta un danno anche per l’utenza. A questo proposito l’Asp di Cosenza, in quanto azienda appaltante, dovrebbe, al contrario di quanto successo fino ad oggi, interessarsi realmente a questa vertenza pretendendo un repentino cambio di passo da parte de Ladisa».
Pertanto, «in qualità di organizzazione sindacale rappresentativa dei lavoratori e delle lavoratrici dipendenti della società Ladisa – concludono –, annunciamo l’apertura dello stato di agitazione e l’avvio delle procedure di raffreddamento ai sensi della L.146/90. Altresì, richiediamo con urgenza un incontro al prefetto di Cosenza, al fine di risolvere le annose problematiche sopra rappresentate».