Intervento della Senatrice Antonella Bruno Ganeri, più volte Sindaco di Paola, Ispettore della Pubblica istruzione in pensione:
“Non so dove Giorgia Meloni abbia trovato il magnifico ministro “dell’ignoranza e del demerito” Giuseppe Valditara. Certamente avrà voluto superare in competenza ed autorevolezza tutti i ministri dei governi precedenti. E c’è riuscita in pieno! Il ministro Valditara, infatti, ha prodotto in poco tempo un florilegio di corbellerie supersoniche dimostrando di non avere alcuna idea di cosa significhino Educazione, Istruzione, Merito.
Ha cominciato col sostenere il valore dell’umiliazione come metodo efficace per correggere i ragazzi ribelli, ha continuato sostenendo che gli stipendi dei docenti dovrebbero essere differenziati a seconda delle regioni in cui insegnano, poichè la vita è certo più cara in alcune città del nord rispetto a quelle del sud.
Ma con l’ultima perla di saggezza ha dato vita a tutto il suo immenso valore.
Mi riferisco, come avrete capito, al pestaggio squadrista degli studenti del liceo Michelangelo di Firenze per mano di alcuni militanti di Azione Studentesca.
Un episodio gravissimo su cui già la presidente del Consiglio avrebbe dovuto prendere subito posizione. Ma, evidentemente, al Ministro l’episodio non ha fatto alcun effetto; l’ha fatto indignare, invece, la bellissima lettera che la preside del liceo Leonardo da Vinci di Firenze ha indirizzato ai suoi alunni e, quindi, di converso a tutti gli studenti d’Italia. La preside, a cui va tutto il mio plauso e la mia solidarietà, aveva opportunamente ricordato che il fascismo “è nato ai bordi di un marciapiede qualunque con la vittima di un pestaggio per motivi politici, che è stata lasciata a se stessa da passanti indifferenti”. Un discorso di lucida verità, di profondo valore educativo che la preside Annalisa Savino aveva inteso fare nell’interpretazione profonda del suo ruolo educativo.
Per questo, a mio parere e non soltanto mio, la preside avrebbe meritato un encomio. Invece ha provocato la collera dell’indecente ministro che si è espresso con queste incredibili parole: “Non compete ad una preside lanciare messaggi di questo tipo il cui contenuto non ha nulla a che vedere con la realtà: in Italia non c’è alcuna deriva violenta ed autoritaria, non c’è alcun pericolo fascista, difendere le frontiere non ha nulla a che vedere con il nazismo. Sono iniziative strumentali che esprimono una politicizzazione che auspico non abbia più posto nelle scuole. Se l’atteggiamento dovesse persistere, vedremo se sarà necessario prendere misure”.
Vergogna, ministro, vergogna. Lei ha offeso con le sue parole scriteriate tutti i ragazzi, tutti gli insegnanti, tutti gli educatori che hanno scritto la storia della scuola e dell’educazione . Lei ha offeso la nostra Costituzione sulla quale ha giurato.
L’educazione civica a scuola non è altro che educazione all’antifascismo costituzionale. Lei forza rimpiange la scuola della verga, del silenzio, della discriminazione. La scuola che metteva gli “asini” dietro la lavagna (e gli asini erano sempre gli ultimi, gli esclusi, quelli che possedevano solo dieci parole rispetto a chi ne possedeva cento ed era il padrone… ricorda don Lorenzo Milani?)
Lei non è degno di occupare quel posto: lei meriterebbe davvero di stare dietro la lavagna con le orecchie d’asino in testa. Se lo lasci dire da chi ha vissuto tutta la vita nella scuola, come insegnante e come preside; e che dalla scuola ha ricevuto molto più di quanto abbia dato. Ritengo, per questo, di avere l’autorevolezza per dirle: “Si dimetta, la supplico, ha già fatto molti danni e la scuola italiana non si merita questo. La scuola italiana ha in sé la forza per liberarsi da sola, di crescere quando lei l’avrà liberata della sua presenza.”
Antonella Bruno Ganeri