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Ciclista Tiberi condannato al pagamento di una multa per aver sparato al gatto del ministro al turismo

Davanti al giudice, in un interrogatorio a novembre, il ciclista aveva ammesso il fatto e aveva spiegato al magistrato di non avere avuto alcuna intenzione di uccidere il gatto, verso cui aveva comunque puntato la carabina, ma quella di misurarne la capacità di tiro

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Il 21enne Antonio Tiberi, ciclista professionista della Trek-Segafredo, è stato condannato a pagare 4mila euro di multa per aver sparato alla testa a un gatto per strada, uccidendolo. L’episodio è avvenuto lo scorso 21 giugno a San Marino, dove Tiberi risiede dal marzo 2022. La vittima però non era un gatto qualunque, bensì l’animale di compagnia dell’attuale ministro del Turismo e delle Poste FedericoPedini Amati, già Capitano Reggente (ovvero Capo di Stato) della piccola Repubblica. Che ora al Corriere della Sera dice: “Ho apprezzato che il ragazzo abbia ammesso il fatto, detto questo non abbiamo bisogno di dare la residenza a queste persone”.

Tiberi, bronzo agli Europei del 2018 e oro nella cronometro juniores ai Mondiali 2019, già in gara a Vuelta e Giro di Lombardia, è una promessa del ciclismo italiano. Il corridore aveva acquistato una carabina ad aria compressa una settimana prima dei fatti. Il 21 giugno ha deciso di provarla sparando dalla finestra dell’appartamento in cui risiede a San Marino: prima ha colpito un cartello stradale, poi il gatto che passeggiava di lì. A segnalare l’accaduto ai Gendarmi è stato lo stesso Pedini Amati: Tiberi è stato rintracciato incrociando i dati sui residenti, sui titolari di armi e la linea di tiro.

Davanti al giudice, in un interrogatorio a novembre, il ciclista aveva ammesso il fatto e aveva spiegato al magistrato di non avere avuto alcuna intenzione di uccidere il gatto, verso cui aveva comunque puntato la carabina, ma quella di misurarne la capacità di tiro e di essere convinto che l’arma non fosse letale. A San Marino, il codice penale punisce con l’arresto di secondo grado o con la multa chiunque sottopone gli animali a strazio o sevizie ovvero senza necessità li uccide. “Il gatto non dava fastidio a nessuno”, ha raccontato Pedini Amati al Corriere, “era con noi da tanto tempo. Mia figlia Lucia, tre anni, lo adorava. Non si può ammazzare un animale domestico e cavarsela con 4mila euro di multa”.