Rispetto alla media italiana del 64%, la Calabria nel 2021 si è attestata al 53,1% di raccolta differenziata, percentuale che la colloca in penultima posizione nella classifica nazionale. Lo rivela il dossier “Comuni Ricicloni” 2022 di Legambiente, presentato questa mattina in un incontro nella sede della Regione Calabria a Catanzaro.
«La Calabria – ha sostenuto la presidente regionale di Legambiente Anna Parretta – ha bisogno di visione, di credere in sé stessa, di realizzare una concreta ed effettiva transizione ecologica con un deciso balzo in avanti verso un futuro realmente ecosostenibile».
Un progresso che deve realizzarsi «a partire dalla gestione del ciclo dei rifiuti: una delle perenni problematiche calabresi che è anche la metafora più pregnante dei comportamenti errati dell’uomo nei confronti dell’ambiente. I tempi incerti che stiamo vivendo ci consegnano, nella nostra regione, molte ombre, ma anche mutamenti in atto e prospettive di cambiamento che dobbiamo essere in grado di cogliere e sviluppare. L’analisi dei dati riferiti all’anno 2021, contenuti nel dossier Comuni ricicloni, confermano l’andamento in crescita della raccolta differenziata con punti di eccellenza che superano l’80% a partire dal comune di Gimigliano e un incremento, in punti percentuali, molto alto rispetto all’anno precedente per molte realtà territoriali (come nel caso di Soveria Simeri che segna un aumento del 46,9%). Si tratta di dati che – rimarca la Parretta – dimostrano come in Calabria molto è stato fatto, ma soprattutto come moltissimo si possa e si debba ancora fare con la giusta volontà amministrativa. La nostra regione, infatti, continua a collocarsi nella parte bassa della classifica nazionale e, complessivamente, non raggiunge i sempre più stringenti obiettivi fissati dalla normativa comunitaria. Molto preoccupanti, ancora una volta, risultano essere in particolare i dati provenienti da realtà come la città di Crotone, con il suo 17,6% (in lieve aumento rispetto all’anno precedente), e della città di Reggio Calabria che, con il 29,2%, riesce addirittura a peggiorare le proprie performances dell’8,2%».
Altri dati negativi provengono da «molti Comuni ricadenti nei Parchi nazionali calabresi, amministrazioni che dovrebbero perseguire politiche ambientali coerenti con la propria missione di tutela della natura: solamente il Pollino raggiunge una raccolta differenziata pari al 57,16 %, mentre il Parco della Sila ha una raccolta differenziata al 48,98% e l’Aspromonte, addirittura, non solo raggiunge una raccolta differenziata di appena il 34,74%, ma risulta in discesa di ben 6,81% rispetto all’anno 2020».
Secondo la Parretta «serve quindi una decisa accelerazione di tutti i processi regionali al fine di portare ad una gestione del ciclo dei rifiuti efficace ed efficiente nella piena legalità e trasparenza. Sinora, infatti, i tentativi della Regione Calabria, protratti negli anni, si sono rivelati non risolutivi rimanendo, troppo spesso, mere dichiarazioni di intenti contenute nel Piano di gestione dei rifiuti (Prgr), risalente all’anno 2016, recentemente modificato su Dgr 299/2022. Dopo miliardi di euro spesi ed una gestione commissariale durata oltre 15 anni, in attesa degli effetti concreti della «Multiutility» di gestione del ciclo dei rifiuti e dell’acqua, la Calabria continua a smaltire una quantità enorme di rifiuti in discarica (aprendone anche di nuove, nonostante lo slogan “discariche zero”) e a spedirli all’estero con costi enormi». Inoltre, la Regione Calabria «continua, paradossalmente, a considerare come un’opzione percorribile l’incremento del termovalorizzatore di Gioia Tauro nonostante la palese discrasia con la normativa in materia di rifiuti e di contrasto alla crisi climatica. Molte contraddizioni si stanno verificando sul territorio calabrese rispetto ad una corretta prospettiva di sviluppo ecosostenibile. Appare sempre più urgente aprire sul territorio regionale i cantieri dell’economia circolare, utilizzando i fondi disponibili, inclusi quelli del Pnrr, realizzando i progetti per aumentare la raccolta differenziata e costruendo impianti tecnologicamente avanzati per il trattamento dei rifiuti. Nell’interesse di tutti i calabresi è quindi necessario mettere in campo politiche reali per ridurre i rifiuti alla fonte; incrementare la raccolta differenziata in quantità ed in qualità per raggiungere gli obiettivi di legge; potenziare gli impianti esistenti sul territorio e realizzare gli impianti tecnologicamente avanzati per il riciclo e la valorizzazione dei rifiuti per gestire i rifiuti dove vengono prodotti e creare, in Calabria, occupazione di qualità».
In questa cornice «è indispensabile da parte delle Amministrazioni, a tutti i livelli territoriali, una lotta serrata ed implacabile contro l’abbandono dei rifiuti sulle strade e nell’ambiente, un comportamento illecito che comporta gravi danni agli ecosistemi naturali ed alla salute umana, incide pesantemente sull’immagine della Calabria e sulla sua economia, in particolare turistica, e sottrae risorse economiche pubbliche alla collettività. Su queste basi, il futuro della Calabria è quello di fare sempre di più “la differenza”».