Dopo il caso di un ragazzino di 13 anni morto tre anni fa e il conseguente allarme lanciato in tutto il Texas, si è verificato un altro caso in Florida (scrive Chronist.it). «L’uomo sarebbe morto probabilmente a seguito di pratiche di risciacquo dei seni nasali con acqua di rubinetto infestata dall’ameba».
Negli Stati Uniti si è verificata un’altra morte causata dalla “Naegleria fowleri” conosciuta come “l’ameba mangia cervello” che, solo nel 2020, aveva ucciso un ragazzo di 13 anni dopo aver fatto un bagno al lago. Da allora era stato lanciato l’allarme in Texas, tanto che le autorità avevano proibito per un po’ l’utilizzo dell’acqua del rubinetto. Questa volta la storia ci arriva nella costa sud ovest della Florida, nella contea di Charlotte. È stato il dipartimento di Salute di Stato a darne la notizia. «L’uomo sarebbe morto probabilmente a seguito di pratiche di risciacquo dei seni nasali con acqua di rubinetto infestata dall’ameba».
La «Naegleria fowleri» prolifera nell’acqua sopra ai 26 gradi di temperatura. Può raggiungere il cervello attraverso i nervi olfattivi e creare talvolta la “meningoencefalite amebica primaria (PAM)”. Dopo aver contratto “l’ameba”, i sintomi sono: mal di testa, febbre, nausea, vomito, disorientamento, torcicollo e perdita di equilibrio.
Dopo il caso dell’uomo, morto a seguito dei lavaggi nasali a fine febbraio, ai residenti è stato suggerito: di utilizzare solo acqua distillata o sterile per le soluzioni per il risciacquo dei seni nasali; di non far salire l’acqua nel naso e non annusare l’acqua nel naso quando si fa la doccia o si nuota; di non saltare o mettere la testa sotto l’acqua del bagno; di mantenere pulite e disinfettate le piscine di plastica o gonfiabili dopo ogni utilizzo.
Le infezioni sono molto rare, con appena 31 americani infettati dal 2012 al 2021, secondo i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie «La Naegleria fowleri è specifica e relativamente molto difficile da contrarre perché deve passare direttamente dal naso ai seni paranasali ed entrare nel cervello»: non basta bere l’acqua del rubinetto.