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Geografia giudiziaria, «guerra tra poveri non serve a nulla»

Il senatore Rapani replica al sindaco di Castrovillari che la "butta populisticamente in caciara"

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Il senatore Ernesto Rapani

ROMA – Il senatore Ernesto Rapani commenta la presa di posizione polemica del sindaco di Castrovillari in merito alla visita del sottosegretario alla Giustizia, Andrea Del Mastro Delle Vedove. «(Ri)Aprire un tribunale – afferma – non si tradurrà chiudendone un altro. La guerra tra poveri non serve a nulla».

Ecco la presa di posizione del senatore Rapani.

«Ho letto con grande rammarico le dichiarazioni del sindaco di Castrovillari in merito alla visita del sottosegretario alla Giustizia, Andrea Del Mastro Delle Vedove. Lo Polito ha voluto strumentalmente saltare a piè pari la mia dichiarazione che indirettamente, quale primo cittadino di Castrovillari, lo interessava. E siccome repetita iuvant, mi permetto di ritornare sull’argomento specificando che “l’obiettivo del Governo, per come riferito da Delmastro, è quello non di ripristinare tribunali e singole procure, ma di creare aree vaste in cui si possano aprire nuovi presidi di giustizia sulla base di una geografia di competenza e in un’area omogenea che presenti medesimi problemi, omogeneità socioeconomico e culturali, con il fine di riportare sui territori la presenza dello Stato”.

Una dichiarazione che confermo, considerando che il sindaco ha – volontariamente? – eluso uno dei miei passaggi fondamentali che gli sarebbe servito per non buttarla populisticamente in caciara, ovvero: “E sia ben inteso che la riapertura di un tribunale nella Sibaritide, non comprometterà nessun altro presidio”. Dunque, specificare ancora meglio i due concetti è piuttosto semplice. Delmastro dice che l’obiettivo è rivedere la geografia giudiziaria perché il Governo Meloni ritiene la riforma Severino sulle circoscrizioni giudiziarie “un fallimento”.

Per questo si sta iniziando a prevedere la riapertura di procure e tribunali in aree omogenee, come ad esempio, quella della Sibaritide. E come già sottolineato con la mia dichiarazione contestata ma omessa nelle polemiche innescate da Lo Polito, riaprire eventualmente un tribunale della Sibaritide, lo ripeto, non comprometterà nessun altro presidio di giustizia.

Mi sento, quindi, di tranquillizzare il sindaco ed i castrovillaresi, sottolineando semplicemente che l’istituzione di un nuovo tribunale a Corigliano Rossano – giurisdizione giudiziaria soppressa che a Castrovillari ha portato in “dote” quattro quinti dei procedimenti – dovrebbe essere restituito il maltolto, ovvero uno scippo clamorosamente vergognoso, perpetrato e ordito da certa politica.

Al sindaco ricordo che da uomo delle istituzioni dell’allora Pdl, il partito che ha chiuso i tribunali, mi sono dimesso da tutti i miei incarichi perché assolutamente in disaccordo con quella formazione politica che vantava una lunga filiera istituzionale – Comune, Regione, Governo – che avrebbe dovuto tutelare il secolare foro rossanese.

In ultimo al sindaco Lo Polito sottolineo che quella visita al carcere di Castrovillari non era una convention di Fratelli d’Italia ma una semplice delegazione formata da due sottosegretari alla Giustizia ed all’Interno, Delmastro (con delega al Dap), Ferro e dal sottoscritto, nell’esercizio delle loro funzioni istituzionali, nel caso specifico quella ispettiva.

In conclusione, invito il sindaco Lo Polito ad evitare sterili polemiche e la guerra tra poveri. Al contrario di quanto accaduto nel 2012, nel mio ruolo di senatore di Fratelli d’Italia delegato dal popolo, tutelerò opportunamente, in ogni sede, il territorio di Castrovillari. Non sono abituato a fare il tifo per i colori ma per la mia terra: mi sento, quindi, di rassicurare ulteriormente Mimmo Lo Polito che, evidentemente, ha svestito i panni di amministratore per indossare quelli del capo ultrà di sinistra»