COSENZA – Si è svolto l’incontro di studio promosso dal Sindacato confederale Ugl cosentino e calabrese, e dall’I.P.A. (Associazione internazionale di Polizia) nella chiesa di S. Giovanni Battista, sul fenomeno della ludopatia.

Presenti, tra gli altri, Guglielmo Nucci, segretario provinciale Ugl e Ornella Cuzzupi, segretaria nazionale della Scuola, il vicario del Questore di Cosenza, Giuseppe Lanaia,il sostituto procuratore della Procura Generale presso la Corte d’Appello di Napoli,Valter Brunetti, il vicepresidente della provincia Cosenza Giancarlo Lamensa, il presidente della Comunità Il Delfino, Renato Caforio, il parroco e cappellano della Polizia, monsignor Piermaria Del Vecchio.

«Chiediamo una Legge nazionale sul controllo del gioco d’azzardo, che consenta di contrastare efficacemente la Ludopatia, “superando” l’attuale frammentazione e discrasia esistente fra le differenti normative approvate nelle Regioni fattore che, purtroppo, in taluni casi favorisce l’estensione del fenomeno in cui è direttamente coinvolta la criminalità».

Un problema grave nelle fasce di società deboli e fragili, minori, giovani, anziani, che incide molto al Sud e nei ceti meno abbienti; sottovalutato perché divenuto fenomeno di massa, percepito favorevolmente (e che crea quindi anche “consenso sociale” grazie all’elargizione di denaro apparentemente “facile” e di lavoro benché spesso precario) nonostante sia una “tassa sulla speranza”.

È questa la fotografia che è emersa dall’incontro di studio promosso meritoriamente dal sindacato confederale Ugl cosentino e calabrese e dall’I. P. A.

Se i sindacalisti dell’Ugl, Guglielmo Nucci, segretario provinciale ed Ornella Cuzzupi, segretaria nazionale della Scuola, hanno rivendicato l’impegno della Confederazione sui più scottanti argomenti sociali che investono direttamente le famiglie, non solo sulla difesa del lavoro e dei diritti dei singoli lavoratori, il vicario del Questore di Cosenza, Giuseppe Lanaia, ha illustrato le modalità di intervento verso un fenomeno che distorce l’economia, rastrellando capitali incamerati dalla criminalità.

Il sostituto procuratore della Procura Generale presso la Corte d’Appello di Napoli, Valter Brunetti, autore di un’approfondita ricerca per conto del Centro Studi “Livatino” e basandosi sulla sua esperienza, ha fornito le impressionanti cifre che caratterizzano il settore: «in pandemia nonostante la difficoltà di raccolta in presenza, gli italiani hanno investito ben 88,3 mld e le perdite dei giocatori quasi 13 mld. Le entrate erariali dello Stato furono di 7 mld. Quindi, se l’aritmetica non è opinione, i soldi gestiti sono ingentissimi come gli interessi predominanti della criminalità organizzata che fa impresa legale e semi-legale in questo ed in altri comparti, smistando flussi di fondi che rivaleggiano con quelli derivanti dal traffico di droga. Vogliamo leggi certe e chiare, che affermino i princìpi del Diritto anche sul piano culturale, con alcuni cardini: una società in cui si coniughino solidarietà e libertà; e la ludopatia spezza i legami comunitari, il ludopatico perde il contatto familiare, lavorativo, sociale, diventa “ossessionato” e dipendente portando – vedi usura e non solo – alla rovina economica personale e familiare. I risultati però lo dice la nostra esperienza, vengono dalla pluralità di azioni di amministratori, società civile, istituzioni. Problema di ciascuno di noi non solo “degli altri”».

Giancarlo Lamensa, vicepresidente della provincia Cosenza, ha parole chiare: «Finalmente ci si sveglia, ma la politica non sta facendo granché e non è credibile, essendo il soggetto, inteso come Stato centrale, che incassa di più dall’azzardo e al contempo deve combattere tale problema. Ed elargisce poi solo 50 milioni per lenire i disagi sociali che ne derivano. Altro nostro problema, in Calabria, legato ai punti deboli della LR 53, che dispiega solo un’azione legislativa di risulta. Dunque dobbiamo fare rete e diciamo grazie all’Ugl ed all’associazionismo come quello de “Il Delfino” che opera coraggiosamente in questo campo».

Proprio Renato Caforio, presidente della Comunità Il Delfino ha illustrato come sia possibile, in sinergia con le pubbliche amministrazioni, operare una volta tanto efficacemente: «Esiste dal 2019 il “piano regionale contrasto ludopatie”, finanziato con fondi ministeriali (solo 50 milioni tratti dai 100 mld ricavati dai giochi “legali” secondo i dati 2021); la Regione ha quindi coinvolto le comunità terapeutiche, 4 qui nel territorio provinciale, con interventi di chiarificazione ai ragazzi delle scuole e poi assistenza ai singoli ed alle famiglie con team di personale specializzato; importante in questi ambiti la continuità e l’importanza di far rete. Concordo col procuratore Brunetti, è necessaria una norma che regolamenti a livello nazionale questo comparto, che freni le “intemperanze regionali e locali” diciamo così. Battaglia difficile ma servono realtà sociali attive, atteggiamento di fiducia per incidere».

Infine conclusioni piene di significato del parroco e cappellano della Polizia mons. Piermaria Del Vecchio che nel riferire i saluti dell’arcivescovo di Cosenza, Checchinato, ha distinto fra «l’azione ricreativa positiva che è fondamentale per l’uomo, ma quando viene assolutizzata, come altre “dipendenze” diviene patologia; da solo il ludopate non riuscirà a smettere. Dunque vicinanza familiare e sociale, solidarietà, sostegno aiuto specializzato, coordinamento Istituzioni e corpi intermedi. Concludo citando Dante: la quotidianità è il nostro “purgatorio”, e c’è chi vive un vero e proprio” inferno” da cui però si può uscire e “salire a riveder le stelle”; cruciale il ruolo della Politica che recuperi il suo compito primario e sostenga la Famiglia, che si preoccupi delle conseguenze delle Leggi che fa o che non fa, di come e dove intervenire con oculatezza e non con fretta e superficialità. Si deve stimolare la speranza per citare Papa Francesco».