Home Calabria Stop alle registrazioni di figli delle coppie gay, insorge il sindaco Caruso

Stop alle registrazioni di figli delle coppie gay, insorge il sindaco Caruso

«Accolgo con favore l’appello di Lo Russo, Sala, Lepore e Gualtieri, ad unirci, insieme a tutti i sindaci della penisola, al fine di costruire un margine serio ed invalicabile al  passo indietro che il Governo Meloni vorrebbe far fare all’Italia»

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COSENZA –  

Lo stop delle registrazioni all’anagrafe dei figli delle coppie omogenitoriali ha generato numerose polemiche nel mondo politico, e non solo. In merito, il sindaco di Cosenza, Franz Caruso, ha le idee molto chiare:  «Cosenza colta, civile, inclusiva, solidale, libera e democratica dice no alla negazione dei diritti primari dei minori. Non solo lo stop a Milano per la registrazione dei figli delle coppie omogenitoriali – spiega il sindaco Franz Caruso – quanto la decisione aberrante della commissione Politiche europee del Senato che, approvando la risoluzione presentata da Fdi,  ha di fatto respinto la proposta Ue per l’adozione di un certificato europeo di filiazione,  rappresenta una posizione ingiusta e sbagliata di un Governo che fa  retrocedere il Paese nel campo dell’uguaglianza e dei diritti. Ratificare, infatti, la bozza di regolamento europeo avrebbe significato il riconoscimento dello status di figli, anche per quelli di genitori dello stesso sesso, in qualunque Paese membro dell’Unione Europea. Si trattava, sostanzialmente, di garantire un diritto dei minori che, invece, è stato negato. Rispetto a questa decisione è totale la mia disapprovazione di uomo, di padre, di professionista, e, quindi, non solo di rappresentante istituzionale».

Infine: «Accolgo, pertanto, con favore l’appello dei colleghi Lo Russo, Sala, Lepore e Gualtieri, ad unirci, insieme a tutti i sindaci della penisola, al fine di costruire un margine serio ed invalicabile al  passo indietro che l’attuale Governo Meloni vorrebbe far fare all’Italia nel campo dei diritti e della libertà individuale, con scelte discriminatorie che non si possono accettare in un Paese moderno, civile e democratico come il nostro».