PAOLA (Cs) – Gli interventi di chirurgia vascolare periferica all’ospedale San Francesco di Paola sarebbero a rischio – come fatto rilevare, recentemente, a chi di dovere, dall’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza col silenzio assenso della Regione Calabria e del commissario Roberto Occhiuto – perché non autorizzati.
IL CASO DELLA CHIRURGIA VASCOLARE DI PAOLA (CS)
Un servizio, quello sopra citato, gestito dall’Unità operativa di cardiologia Utic di Paola in sinergia e sintonia con la Radiologia, dirette rispettivamente dai primari Maria Teresa Manes e Antonio Lopez, attraverso lo specialista Francescantonio Rosselli, che da qualche tempo sta attirando nella città di San Francesco numerosi pazienti provenienti da tutta la Calabria e che sta risolvendo non pochi problemi a soggetti che rischiano di compromettere o perdere gli arti per problemi vascolari.
Ma – ci si chiede – perché il servizio di che trattasi non sarebbe autorizzato? Perché – è stato riferito da una nostra fonte qualificata – era stato avviato solo temporaneamente, qualche anno fa, dall’allora commissario straordinario Vincenzo Carlo La Regina. Si era però insediata la commissione interna dell’Asp, sempre su impulso di La Regina, per determinarsi sull’accreditamento del servizio, ed al termine dei sopralluoghi circa la individuazione degli spazi cui destinare il medesimo servizio, le risorse e ogni aspetto tecnico conseguente, l’organismo interno si era pure espresso positivamente.
Ma poi la Regione Calabria non è stata consequenziale; non ha cioè ratificato tali provvedimenti, lasciando il tutto in una sorta di limbo: gli interventi chirurgici sono però andati avanti, fino ad oggi. Oggi, infatti, il management provinciale avrebbe riferito che tale attività non è autorizzata proprio perché gli uffici regionali competenti non si sono mai determinati, nonostante si sia espressa la commissione interna dell’Asp e nonostante sia trascorso un anno e mezzo da quel momento.
Il verbale della commissione sarebbe dovuto andare alla Regione e, una volta restituito con la relativa autorizzazione, l’Asp avrebbe dovuto adottare apposita delibera. Questo passaggio mancherebbe. Ed ora Paola rischia di perdere un altro servizio sanitario importante, dopo la chiusura dell’Emodinamica (che, secondo quanto promesso, sarà riaperta a Paola ed avviata anche a Corigliano Rossano).
JONIO “ACCHIAPPA TUTTO”
Ma – alla luce di quanto sopra detto, ci si chiede – quanto è credibile l’analisi di chi, tra gli addetti ai lavori, sostiene che sia in atto una operazione politica finalizzata a rafforzare la zona Jonica e San Giovanni in Fiore, dove ci sono politici regionali e nazionali – ma anche dirigenti e manager sanitari – che godono di maggiore peso, spogliando i territori di Cosenza e del Tirreno cosentino?
Noi non sappiamo se ciò sia vero o, meglio, non abbiamo riscontri documentali, ma solo informazioni attendibili fornite da fonti autorevoli e qualificate.
CARENZA DI INFERMIERI E OSS ACCENTUATA A COSENZA E TIRRENO
Ma chi conosce bene la situazione politica e gestionale interna all’Asp, si dice convinto che la bilancia stia pendendo a favore della zona Jonica (Corigliano Rossano) e del territorio di San Giovanni in Fiore, dove ogni richiesta viene accolta dal management aziendale senza batter ciglio, mentre i territori di Cosenza e del Tirreno cosentino sarebbero ridotti – come si suol dire – alla fame: vedi, ad esempio, la grave carenza di infermieri, soprattutto a Cosenza e nello spoke Paola-Cetraro, mentre a Corigliano-Rossano e soprattutto a San Giovanni in Fiore la presenza di infermieri e operatori socio sanitari abbonderebbe, rispetto al numero dei pazienti.
IL CASO DEI LAVORI AI PRONTO SOCCORSO
Vedi, poi, la vecchia pratica del rifacimento del pronto soccorso dell’ospedale San Francesco di Paola, con i lavori che stentano ad iniziare, mentre la ristrutturazione della stessa unità operativa del nosocomio di Rossano è stata appaltata e viaggia speditamente.
Da qualche tempo, peraltro, il San Francesco di Paola sembra essere diventato l’ospedale di riferimento dei cosentini, visto che a Cosenza vengono di fatto gestiti solo codici rossi e gli altri vengono dirottati proprio a Paola, dove nei giorni scorsi, in un dato momento, erano presenti addirittura cinque ambulanze provenienti dalla Città dei Bruzi.
La gestione sanitaria della Provincia di Cosenza, dunque, sembra sorridere di più allo Jonio, adombrando il territorio Cosentino e il Tirreno.
LE SCELTE POLITICHE E I “PEZZI DA NOVANTA” IN CAMPO
La scelte politiche e manageriali messe in atto recentemente sembrano confermare questa analisi; peraltro il commissario straordinario della Azienda sanitaria provinciale di Cosenza, Antonello Graziano, proviene da quel territorio, ossia da Rossano, così come il direttore sanitario Martino Maria Rizzo, cognato del senatore Ernesto Rapani, entrambi originari di Rossano.
Dello Jonio è anche la consigliera regionale e presidente di commissione sanità Pasqualina Straface, ma anche l’assessore regionale all’agricoltura e pesca Gianluca Gallo (il suo capostruttura è di San Giovanni in Fiore) e il consigliere regionale Giuseppe Graziano.
IL GIORNALE DEGLI AMICI E IL POTENTE COSTRUTTORE
Dello Jonio è anche un giornale telematico che sponsorizza la gestione dell’Asp cosentina a firma Graziano, esaltando ogni minimo provvedimento, essendo edito, l’organo di informazione, da una potente famiglia di imprenditori edili che gestisce diversi interventi edilizi di Asp e Regione Calabria.
Dunque, lo Jonio ha una forza contrattuale schiacciante in seno all’Asp cosentina e ciò poterà – si presume – importanti benefici politici ed elettorali al centrodestra sia alle prossime elezioni regionali e sia – soprattutto – nell’ambito della competizione amministrativa di Corigliano Rossano, dove la destra si accinge a mettere radici.
La sensazione di tanti è che il presidente Roberto Occhiuto sia succube della politica di quel territorio, con altre zone della provincia letteralmente adombrate e i consiglieri regionali Catanzaresi e Reggini per nulla contenti di tale stato di cose.
Guido Scarpino