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Cardiopatica e diabetica, grata ai medici della Chirurgia vascolare di Cosenza

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Il reparto

COSENZA – Una persona disabile residente sul Tirreno cosentino, cardiopatica, diabetica e in ossigenoterapia, attraverso una lettera inviata a “Calabria Inchieste” ha inteso ringraziare pubblicamente l’equipe del dottor Francesco Intrieri, dell’Unità operativa complessa di Chirurgia vascolare dell’Annunziata di Cosenza, per le cure e attenzioni ricevute prima, durante e dopo l’intervento di arteropatia agli arti inferiori con zoppia praticato nei giorni scorsi.

La signora S.M., 69 anni, appena dimessa dall’ospedale di Cosenza, si è così espressa in una lettera:

“Cara Calabria Inchieste, mio figlio vi legge da quando siete usciti e dice che siete molto professionali e precisi, soprattutto quando parlate di sanità. Vorrei chiedere ospitalità al vostro Giornale per ringraziare i medici della Chirurgia vascolare di Cosenza, un reparto all’avanguardia in interventi di arteropatia ed aorta.

Il reparto è diretto dal dottor Francesco Intrieri, con l’aiuto dei medici specialisti Paolo Perri, Paolo Piro, Edoardo Scarcello, Vincenzo Molinari e tutta l’equipe, fatta di infermieri e tanti altri professionisti umani e bravi.

Mi era stato detto che in quel reparto svolgevano numerosi interventi, raccogliendo un bacino d’utenza importante, considerando che numerosi giungono all’Annunziata dalla costa Jonica e Tirrenica. Ecco perché ci siamo recati a Cosenza.

In quel reparto ospedaliero ho trovato persone disponibili, attente e soprattutto preparate. Dopo aver effettuato una visita ambulatoriale con il dottor Paolo Perri, sono stata subito inserita in lista per essere operata, nonostante le mie condizioni di salute erano e sono critiche per una serie di patologie.

Il dottor Perri e tutto il reparto mi hanno dapprima rassicurata e seguita in tutta la mia degenza, con umanità attenzione e professionalità, che oggi significa davvero tanto, specie per persone con gravi patologie come me, costrette a volte ad emigrare al Nord per essere trattate.

Insomma, il mio scritto, oltre ad essere un ringraziamento, vuole essere una testimonianza diretta: nella nostra terra le competenze ci sono; c’è una sanità che funziona e vuole fare la sua parte. Grazie”.