Matteo Messina Denaro

Si trova ancora in regime di carcere duro Messina Denaro, l’ultimo boss di Cosa Nostraarrestato il 16 gennaio a Palermo, portato via in manette dalla clinica privata dove era in cura per il cancro al colon.

Per questa malattia sta seguendo una terapia dal carcere a L’Aquila e nessuno ha contatti con lui tranne il personale medico e quello penitenziario. L’uomo infatti è al 41 bis, regime carcerario duro per isolarlo dai contatti esterni ma anche interni alla struttura, in modo che non possa continuare a impartire ordini.

“Dottoressa, lei è mai stata a Palermo?” chiede Matteo Messina Denaro al medico che lo sta visitando in carcere, e lei risponde: “No, non sono mai andata a Palermo”. Il boss sorride e replica subito, vorrebbe attaccare bottone: “È una città bellissima di un milione di abitanti, e le dico una cosa…Da qualche giorno a questa parte, tutta la Palermo bene ha le unghie ‘ammucciate’, nascoste”.

Messina Denaro parla della “Palermo bene” dopo dodici giorni dal suo arresto e lo fa in seguito alle dichiarazioni pubbliche del procuratore della città, Maurizio De Lucia, il quale ha spiegato come “Cosa nostra sia riuscita a entrare nei salotti buoni dove si discute di affari, finanziamenti, appalti, dove si decidono le politiche pubbliche. E vi è entrata dalla porta principale, parlando con i suoi interlocutori da pari a pari”.

Intanto, la caccia ai fiancheggiatori di Matteo Messina Denaro prosegue.
Dopo l’arresto della coppia di vivandieri, Emanuele Bonafede e la moglie Lorena Lanceri, accusati di aver ospitato a pranzo e cena per mesi il boss ricercato e di averne protetto la latitanza, sono state perquisite le abitazioni di quattro nuovi indagati: l’imprenditore agricolo Gaspare Ottaviano Accardi, la moglie, Dorotea Alfano, Leonarda Indelicato e Laura Bonafede, figlia dello storico capomafia di Campobello di Mazara filmata mentre, due giorni prima della cattura, parlava con il boss in un supermercato del paese. Per tutti, allo stato, l’accusa è di favoreggiamento e procurata inosservanza della pena. L’imprenditore e la moglie e Indelicato avrebbero più volte e per ore incontrato il capomafia trapanese a casa dei Bonafede.

La presenza dei tre nell’appartamento della coppia, mentre c’era l’ex latitante, risulta dalle immagini delle telecamere di sorveglianza di alcuni negozi piazzate vicino alla abitazione dei coniugi anche loro incastrati dalle riprese video. I filmati, estrapolati dai carabinieri, hanno immortalato l’auto di Messina Denaro vicina alla loro casa, il boss fermo in macchina mentre dà dei pacchetti a Lanceri, che sarebbe stata a lui legata sentimentalmente, e la coppia accertarsi che il padrino entrasse e uscisse indisturbato controllando l’eventuale presenza nella zona delle forze dell’ordine. I militari hanno perquisito le abitazioni dei nuovi indagati e di Laura Bonafede, moglie del mafioso ergastolano Salvatore Gentile, e protagonista di una fitta corrispondenza con Messina Denaro.