Una impresa calabrese

CATANZARO Mancanza di personale qualificato.

Una strozzatura che impedisce alle piccole imprese di assumere persone in cerca di lavoro. Un fenomeno che interessa soprattutto il sistema imprenditoriale artigiano che è a caccia di personale, ma non riesce a rintracciarlo. Questo è quanto emerge dal rapporto di Confartigianato, basato su dati Unioncamere-Anpal.
Nel 2022 le piccole imprese, a livello nazionale, evidenziano difficoltà a reperire 1.406.440 lavoratori, pari al 42,7 per cento delle assunzioni complessivamente previste. Se si restringe il campo al settore dell’artigianato, la quota sale al 50,2 per cento, pari a 263.980 lavoratori introvabili.
Un tasso che è in incremento ancora più quest’anno. A gennaio il 45,6% delle assunzioni programmate dalle imprese sotto i 49 dipendenti vengono considerate di difficile reperimento, quota che sale a 55,8% per gli operai specializzati e conduttori impianti con particolare difficoltà per Edilizia, ambito meccanico, Legno e Moda. Potenzialità, dunque, che si perdono così sul nascere.

Un quadro che diviene ancor più paradossale per una regione come la Calabria che registra picchi di disoccupazione. Stando ai dati di Confartigianato, oltre tre imprenditori su dieci non riescono a trovare il personale per le proprie aziende. Nonostante appunto sia tra le regioni in Italia che non ha ancora recuperato il livello di occupazione pre pandemia. Anzi, registra uno dei tassi più alti di ammanco. Nella media degli ultimi quattro trimestri dello scorso anno si segnala un calo di 3 punti percentuali rispetto alla media dello stesso periodo del 2019. Un dato che colloca la Calabria al penultimo gradino della classifica italiana del recupero del livello di occupazione, in questo lasso di tempo. Ma ciò nonostante è tra quelle aree del Paese in cui gli imprenditori non riescono a trovare personale specializzato.
Secondo lo studio, in particolare, si tratta del 36,1% delle piccole imprese cioè quelle fino a 49 dipendenti.

A gennaio 2023 il 43,5% delle entrate programmate dalle imprese calabresi sono considerate di difficile reperimento. Dunque oltre un punto in più dello scorso anno. E il Catanzarese è tra le province in Italia in cui si registra l’incremento maggiore del tasso di difficoltà nel reperire personale. Nel confronto tra il 2021 e il 2022, realizzato da Confartigianato, emerge infatti che quell’indice è salito di circa 14 punti (esattamente il 13,8%). Il secondo dato più alto del Paese che in media, in quell’intervallo di tempo preso in esame, ha registrato un incremento di difficoltà medio pari all’8,3%.
Al di sopra di quella media anche tutti gli altri territori regionali: il Cosentino (+11,2%), il Crotonese (+11,1%), il Vibonese (10,8%) e il Reggino (+9,6%).
Un trend crescente che rafforza l’anomalia tutta calabrese di un mercato del lavoro che registra il tasso tra i più alti in Italia di disoccupati (18,4%), ma nel contempo è tra quelli che denunciano quote in aumento di difficoltà tra gli imprenditori a reperire lavoratori.