STECCATO DI CUTRO (Kr) – Il sacro mantello di San Francesco di Paola, ieri pomeriggio, è arrivato sulla spiaggia di Steccato di Cutro, luogo in cui, alcune settimane fa, si è registrato il drammatico naufragio del barcone che ha fatto registrare un bilancio pesantissimo: 87 morti, di cui tantissimi bambini e adolescenti.
«Se Francesco fosse vivo, sarebbe sul mare, su queste spiagge, a prestare soccorso a chi ne ha bisogno», ha detto il provinciale dell’ordine dei frati Minimi, padre Francesco Trebisonda, sottolineano la benedizione del mare di Steccato di Cutro.
La sacra reliquia del Santo calabrese è stata portata, inizialmente, nella parrocchia Cristo Risorto di Steccato e poi al luogo del naufragio, sulle sponde del fiume Tacina.
Una processione di fedeli e frati dell’Ordine dei Minimi ha accompagnato la reliquia, contenuta nella sua teca, portata a spalla a turno dai vigili del fuoco, dai fedeli e dai sindaci di Cutro e Paola.
Sul posto, alla presenta di tanti uomini e donne, soccorritori del naufragio, è avvenuta la benedizione del mare, la preghiera a s. Francesco della Gente di mare italiana, il suono del “silenzio” e il lancio della Corona di alloro in memoria delle tante vittime della strage ancora in corso.
L’eccezionale peregrinazione delle reliquia è stata organizzata dai Frati Minimi del Santuario di Paola e dall’Amministrazione comunale della Città di s. Francesco.
“La manifestazione vuole essere foriera di vicinanza e di solidarietà ai superstiti del naufragio e ai familiari delle vittime che da diversi giorni, assieme alla popolazione cutronese, assistono inermi alla tragedia dei Migranti che perdono la vita in mare”, avevano reso noto frati e amministratori, preannunciando il solenne omaggio per le tante vittime del naufragio.
La reliquia del Mantello non richiama solo il Patronato di s. Francesco sulla Regione Calabria (1962) ma anche quello che egli esercita ab immemorabili sulla Gente di Mare italiana. Fu papa Pio XII a dichiararne ufficialmente il patronato nel 1943.
«Intendiamo portare il Mantello di s. Francesco – sottolineava il giorno precedente il Provinciale dei Minimi P. Francesco Trebisonda – per pregare insieme ai cutronesi e affidare all’intercessione del Patrono tutte le vittime del mare e nello specifico quelle innocenti di questa immane tragedia. Vogliamo essere l’immagine vivente di s. Francesco che sulla spiaggia presta soccorso ai tanti disperati. Se lui fosse qui presente, certamente lo farebbe. S. Francesco vuole benedire il suo mare e proteggere i tanti infelici, in fuga dai loro paesi per inseguire un futuro migliore».
Il sacro mantello è la stessa reliquia che nel 1464 vide s. Francesco attraversare miracolosamente lo Stretto di Messina.