Home Calabria Eugenio Bisogni ucciso dalla malasanità e dalla malapolitica

Eugenio Bisogni ucciso dalla malasanità e dalla malapolitica

Si poteva intervenire mettendo in sicurezza le vie aeree. Alla centrale operativa chiesta un'ambulanza normale, anziché il mezzo idoneo per il paziente obeso

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Striscione di protesta all'ingresso della sede Asp cosentina

ROSSANO CORIGLIANO (Cs) – Eugenio Bisogni Plastina, 29 anni, coriglianese, è morto alcuni giorni fa nel pronto soccorso dell’ospedale di Rossano in circostanze tutte da chiarire.

La Procura della Repubblica ha iscritto cinque persone, tra medici e addetti ai lavori, nel registro degli indagati e l’Asp cosentina ha avviato una indagine amministrativa interna.

Un presunto caso di malasanità e, conseguentemente, un presunto caso di malapolitica per il quale nessuno s’è dimesso e nessuno è intervenuto pubblicamente con un mea culpa.

Alla base del decesso vi sarebbero negligenza, imperizia e imprudenza, ma anche e soprattutto una gestione sanitaria sciatta, come ormai avviene da decenni in Calabria.

Una gestione affidata direttamente dalla politica, apparentemente sulla scorta dei curricula, ma nei fatti con beceri atti di pirateria clientelare.

Ecco perché, oggi, nessuno si scandalizza, nessuno parla. Intervengono per la festa di San Martino, per la sfilata delle miss sotto casa, per il broccolo e il fagiolo nostrano, per il bergamotto e la liquirizia.

Su questi temi, infatti, tutti fanno a gara per finire sui giornali, su facebook, tu tiktok: politici e onorevoli, portatori di voti e lecchini del potere.

Eppure è morto un uomo. Un giovane. Un altro ancora.

Cosa sia accaduto dentro quel Pronto Soccorso lo stabilità la magistratura, probabilmente è stato sottostimato il rischio dell’evoluzione della patologia del giovane, ma certamente vi è stata una presunta cattiva gestione dell’emergenza urgenza da parte delle strutture e delle articolazioni dell’Asp.

L’ODISSEA HA AVUTO INIZIO LUNEDì 13

Il giovane già nella giornata di lunedì 13 marzo era ricorso alle cure del Pronto Soccorso di Rossano a causa di un mal di denti e di un conseguente ascesso dentario e, nonostante le cure erogate, sarebbero state sottovalutate le possibili evoluzioni che nelle ore successive hanno provocato la drammatica morte del ragazzo.

Pur ritornato presso il proprio domicilio, a causa del peggioramento delle condizioni cliniche e l’aumento di volume dell’ascesso, infatti, si era poi reso necessario un ulteriore ricorso da parte del giovane al Pronto Soccorso di Rossano.

Qui, alla luce delle gravi condizioni cliniche – ascesso laterocervicale del collo e possibile mediastinite, indiscutibilmente patologia gravissima – i sanitari provvedevano immediatamente a contattare il Pronto Soccorso di Cosenza e il reparto di Otorinolaringoiatria dell’Ospedale Annunziata, dove comunque il paziente – purtroppo – non arriverà mai più.

I sanitari di Rossano, alla luce delle condizioni cliniche gravi, vista l’obesità del ragazzo prendevano la decisione di trasferirlo così com’era, anche rischiando una possibile evoluzione drammatica in autoambulanza.

PERCHE’ NON METTERE IN SICUREZZA LE VIE AEREE?

Dunque, primo quesito: perché non mettere in sicurezza le vie aeree, provando ad intubarlo o eventualmente creando un accesso artificiale (tracheotomia) per permettergli di respirare? La risposta agli esperti.

E ancora: l’ospedale di Rossano è dotato di un reparto di Anestesia e Rianimazione? In quel nosocomio non esiste un reparto di Otorinolaringoiatria?

Ebbene, ci è stato riferito che il reparto di Anestesia e Rianimazione esiste ed è guidato da un facente funzione scelto dall’Asp: “un giovane medico fresco di specializzazione con un’esperienza inferiore ai 10 anni”, fanno sapere fonti interne all’ospedale.

Lo stesso nosocomio di Rossano è dotato anche di un reparto di Otorinolaringoiatra che comunque dovrebbe possedere “skills” per una gestione avanzata delle vie aeree e, a prescindere da tutto, in casi estremi, dovrebbe essere facoltà di qualsiasi medico chirurgo, effettuare una tracheotomia d’urgenza.

Nel Pronto Soccorso, v’è da dire, inoltre, a causa della carenza di medici operano le cooperative con medici a gettone.

Forse la scelta di trasferire il giovane in autoambulanza, nonostante le gravi condizioni, poteva essere anche opportuna, qualora vi fosse stata un’ambulanza in loco idonea per trasferire il ragazzo, ma il mezzo è dovuto partire da Cosenza, mettendo in conto che sarebbe trascorso altro tempo.

PERCHE’ NON E’ STATO RICHIESTO UN MEZZO ADATTO AL PAZIENTE OBESO?

I sanitari del Pronto Soccorso di Rossano, probabilmente al fine di ottenere celermente il mezzo di soccorso, avrebbero omesso di riferire alla Centrale Operativa del 118 di Cosenza, che il ragazzo era un “grande obeso” e che, pertanto, necessitava di mezzo specifico.

Quando, infatti, il mezzo di soccorso è giunto sullo Jonio per trasferire Eugenio, ci si è resi conto che si trattava di un mezzo tradizionale con barella classica che, tuttavia, non poteva assolutamente reggere il giovane. La situazione è quindi precipitata.

L’impossibilità di trasferire nei tempi celeri il ragazzo, a causa della gestione approssimativa del caso, ha determinato una perdita di tempo che ha portato all’ulteriore peggioramento clinico del ragazzo con la conseguente difficoltà respiratoria e lo stato di shock per cui i sanitari che lo hanno preso successivamente in carico hanno potuto fare poco o nulla.

Il giovane, quindi, non potendo essere trasportato dall’autombulanza tradizionale, spirava al Pronto soccorso di Rossano, senza nessuna cura.

Va sottolineato che la carenza dei mezzi e del personale del 118 di Cosenza, ormai sempre più sostituito da risorse esterne (private), causa proprio una penuria di ambulanze e postazioni e quindi sempre più spesso verrebbe utilizzato in modo improprio l’elisoccorso, spesso anche solo per constatare decessi a domicilio.

Ci si chiede: la responsabilità di tale presunta gestione approssimativa nel settore dell’emergenza urgenza a chi va attribuita?

La morte recente di due giovani di 14 e 29 anni è la dimostrazione dello sfacelo più assurdo che è d’innanzi agli occhi di tutti. Gli abitanti delle coste ioniche oltre ad essere grandi elettori di quei politici presenti da decenni sul territorio e sempre eletti, per avere garantita una “sanità” che possa rispondere adeguatamente dovranno aspettare l’apertura del tanto decantato Nuovo Ospedale della Sibaritide?

L’augurio è che, questa volta, l’Autorità Giudiziaria possa fare chiarezza e che il Presidente Occhiuto possa proporre una sanità adeguata a tutti i calabresi: efficiente, umana, trasparente.