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Vittime innocenti di mafia, il sindaco di Catanzaro: “Fare luce su omicidio dei due netturbini”

Pasquale Cristiano e Giuseppe Tramonte sono stati assassinati dalla ‘ndrangheta a Lamezia Terme: "Delitto brutale e rimasto impunito"

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CATANZARO – “Non una data tra le tante, ma il simbolo di un impegno che deve essere quotidiano”. Ne è convinto il sindaco di Catanzaro Nicola Fiorita, che è intervenuto in occasione della data del 21 marzo, giornata nazionale delle vittime innocenti delle mafie.

“Il 21 marzo non è una data tra le tante, che pure doverosamente celebriamo perché i temi lo meritano”, spiega meglio Fiorita.

“Il 21 marzo – aggiunge – rappresenta il simbolo tangibile di un impegno e di un dovere quotidiani che non debbono mai venire meno. Le vittime innocenti delle mafie, la loro memoria viva, richiama ciascuno di noi alla propria responsabilità, perché niente è più efficace di quel sangue versato per segnare il confine nitido tra il bene e il male“.

Celebrare questa giornata, dunque, “significa affermare con nettezza da che parte stiamo e da che parte abbiamo deciso di collocare la nostra vita”.

Poi circostanzia i fatti: “Quando anni fa decidemmo di dare vita a Catanzaro al coordinamento di Libera, l’associazione di promozione sociale animata da don Luigi Ciotti e alla quale si deve l’organizzazione di questa Giornata, intitolammo quel coordinamento alla memoria di Pasquale Cristiano e Giuseppe Tramonte, i due netturbini assassinati dalla ‘ndrangheta a Lamezia Terme“.

Un delitto brutale e rimasto impunito.

“Oggi, da sindaco del capoluogo – conclude – sento di dover fare mie le ragioni della Fondazione Trame dell’Associazione Antiracket Lamezia Ala, che hanno presentato istanza al procuratore Gratteri affinché le indagini su quell’attentato vengano riaperte e si renda giustizia a quei morti innocenti.

Catanzaro si associa alla richiesta che sia fatta piena luce perché questa battaglia diventi patrimonio comune e affinché si rafforzino tra la gente i valori di giustizia, libertà, onestà e convivenza civile”.