Home Calabria La sanità nostrana piange miseria, poi affida un incarico da 50mila euro...

La sanità nostrana piange miseria, poi affida un incarico da 50mila euro a Ditta esterna

Serve a raccogliere segnalazioni di criticità: una sorta di esternalizzazione dell'ufficio relazioni con il pubblico

384
0
La delibera

COSENZA – La sanità nostrana piange miseria, ma poi affida un incarico da 50mila euro a ditta esterna (più eventuali 20mila euro annui, oltre iva, per gli anni successivi) per raccogliere segnalazioni di criticità, come se il documentato sfascio nelle strutture sanitarie cosentine e calabresi, di cui ogni giorno danno notizia i media locali, peraltro gratis, non sia già sufficiente a capire quali siano le falle e come intervenire per scongiurare la deriva.

E che dire poi dell’Ufficio relazioni per il pubblico, considerato che tra i suoi compiti rientra anche quello di “attuare i processi di verifica della qualità dei servizi e di gradimento degli stessi da parte degli utenti“?.

L’incarico in questione è cristallizzato nella deliberazione del commissario straordinario Antonio Graziano, sottoscritta da Piercarlo Miglio e Antonio Capristo – in qualità di struttura proponente – nonché da Martino Maria Rizzo e Remigio Magnelli, rispettivamente referente sanitario e referente amministrativo.

Ma andiamo con ordine.

L’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza ha affidato all’esterno un incarico da ben 48.800,00 euro all’Istituto demoscopico Notosondaggi di Roma (delibera 561 del 14 marco scorso) per la realizzazione e gestione di un portale finalizzato all’analisi delle criticità dell’offerta sanitaria nella Regione Calabria.

E ciò previa autorizzazione del presidente Roberto Occhiuto, nonostante la Calabria sia ancora in fase di Piano di Rientro e, quindi, non si possono impegnare soldi pubblici per spese allegre o presunte tali (comunque si resta sempre in attesa dell’approvazione dei bilanci della medesima Asp cosentina).

Ma l’analisi da fare è più approfondita.

E’ risaputo a tutti, intanto, che per conoscere un’informazione sulla Pubblica Amministrazione, magari una procedura da seguire, occorre rivolgersi all’Ufficio Relazioni con Pubblico.

L’Urp, infatti, compare nella PA intorno gli anni ’90, con lo scopo di fornire informazioni sui servizi offerti dell’ente, sullo stato degli atti e dei procedimenti amministrativi, nonché su ogni attività che riguardi la pubblica amministrazione.

I compiti dell’Urp sono:

  1. Promuovere l’immagine dell’Ente;
  2. Favorire il diritto di accesso ai servizi offerti ai cittadini attraverso l’illustrazione delle disposizioni normative e amministrative;
  3. Attuare i processi di verifica della qualità dei servizi e di gradimento degli stessi da parte degli utenti;
  4. Garantire la reciproca informazione fra l’URP e gli uffici per le relazioni con il pubblico delle altre amministrazioni;
  5. Svolgere un’attività di orientamento dell’utenza sulle modalità di erogazione dei servizi;
  6. Promuove forme di semplificazione dei processi amministrativi.
  7. Fornire attraverso la carta dei servizi, le informazioni sul funzionamento della PA.

Le Aziende sanitarie della Calabria in un certo senso mortificano la funzione di tale Ufficio, infatti – ad esempio – nell’atto aziendale dell’Azienda ospedaliera di Cosenza, diretta dal commissario Vitaliano de Salazar, tale ufficio viene snobbato, messo in un angolino, così come avviene nell’atto aziendale approvato da Azienda Zero.

V’è da dire, poi, che Uffici come quello della Privacy, con enormi responsabilità, diventano non appetibili per i dipendenti e vengono esternalizzati.

Si pensi ai contratti esternalizzati di Dpo, a cui ricorrono le Asp, come anche le altre amministrazioni, qualora all’interno dell’amministrazione non vi siano professionalità che possano ricoprire tali funzioni.

Mediamente un contratto per un Dpo, va dagli 11.000 euro ai 50.000 annui se non di più, per 4 accessi annuali e tutta una serie di altri parametri, quando occorrerebbe investire sulla formazione del personale interno, e rendere appetibile tale incarico con un proporzionale incentivo economico.

Anche l’Urp e le sue attività vengono di fatto esternalizzati, come nel caso dell’Asp di Cosenza dove, pur essendo presente l’Ufficio Relazioni con il Pubblico, con tanto di dirigente responsabile, provvede ad affidare alla società di Roma, come citato sopra, la realizzazione di un portale per l’analisi delle criticità dell’offerta sanitaria nella Regione Calabria.

La società capitolina, affidataria dell’incarico, avrà il compito “di valutare le segnalazioni dell’offerta sanitaria pubblica calabrese instaurando un dialogo tra utenti e istituzioni, tramite la quale il cittadino potrà informare l’istituzione di una eventuale criticità riscontrata nell’offerta sanitaria richiesta e l’istituzione, informata in tempo reale, potrà correggere il disservizio ed al contempo potrà anche interloquire con l’utente stabilendo quindi un contatto diretto” (fonte delibera n. 561 del 14 marzo 2023 albo pretorio Asp Cosenza)

Quindi, ci si chiede: l’Ufficio Relazioni con il Pubblico, che farà da domani in poi?

Il dirigente Urp dell’Asp di Cosenza ricopre ancora tale incarico o viene pagato e non messo in condizione di essere produttivo?

Ci si chiede, ancora, quale sia la motivazione dell’affidamento di questo servizio ad una società esterna: forse ciò è legato alle linee guida, innovative, degli atti aziendali delle Asp?

Se fosse così fosse, il dietrofront del commissario ad acta Occhiuto sulla predisposizione degli atti aziendali delle Asp dovrebbe ripercuotersi sull’affidamento del servizio alla Società Capitolina, con il relativo recesso dal contratto in questione? Ancora non è dato capire.

Si auspica, a ogni modo, un utilizzo parsimonioso dei soldi pubblici, soprattutto nella sanità.