Giuseppe Lo Feudo

Riflettori ancora puntati sul blocco (abbastanza frequente) dei trenilungo la tratta Paola – Cosenza. L’ultimo, in ordine di data, è stato registrato alcuni giorni addietro e, in merito, sono intervenuti i consiglieri comunali del gruppo “Cosenza cresce insieme”, Bianca Rende e Francesco Luberto, nonché l’ex consigliere regionale Graziano Di Natale. Oggi è stata registrata la presa di posizione di Giuseppe Lo Feudo, già direttore generale di Fdc e socio della Società Italiana politica sui trasporti.

 

«Il gravissimo disservizio occorso nella galleria ferroviaria Cosenza – Paola lo scorso 18 marzo, causato dal blocco per guasto di un trenoregionale colmo di passeggeri e rimasto al buio per circa 4 ore, dopo le giuste reazioni di indignazione e rabbia, merita una riflessione più ponderata per capire cosa è possibile fare per mitigare, in futuro, il rischio che si ripetano simili situazioni, che potrebbero avere anche conseguenze ben più gravi».

Prima di entrare più nel merito è bene precisare, per i non addetti, che «i servizi ferroviari regionali sono regolati da Contratto di Servizio, e che la committente Regione Calabria, così come quasi ovunque in Italia, nel 2018 decise un affidamento diretto dei servizi stessi a Trenitalia fino al 2032. Tale contratto, con il quale sostanzialmente la regione acquista i servizi e li paga più che adeguatamente (il biglietto copre solo una parte residuale dei costi totali), prevede termini, modalità e caratteristiche qualiquantitative dei servizi acquistati nonché piani di miglioramento del servizio stesso e degli investimenti in tecnologia e nuovo materiale rotabileLa Regione quindi sarebbe la più interessata e legittimata a controllare e pretendere che i servizi acquistati siano rispettosi dei termini contrattualizzati».

L’infrastruttura ferroviaria invece, «cioè la rete fisica su cui circolano i treni, fa capo ad Rfi che stipula con lo Stato un proprio Contratto di Programma che prevede investimenti, manutenzioni ordinarie e straordinarie e quant’altro necessario per assicurare, a fronte anche di un pedaggio pagato dai vettori, la libera e sicura circolazione dei vari vettori commerciali compreso Trenitalia. Piccolo ma significativo particolare è che, entrambi i soggetti, di proprietà pubblicafanno capo alla società holding Ferrovie della Stato,con qualche evidente problema sia di conflitto oggettivo di interesse e sia di compressione di qualche principio di libera concorrenza. Fortunatamente esiste in Italia un consolidato principio di responsabilità nei confronti dei passeggeri ed un sistema pubblico di controlli rigorosi sulla sicurezza, sulla tutela della concorrenza e sui diritti dell’utenza quali Ansfisa, Digifema, Art che in parte compensa tale anomalia».

Ciò premesso, «il disservizio verificatosi fra Cosenza e Paola il 18 marzo scorso è stato determinato, così risulta senza smentita, da un guasto al treno. Per carità, cosa sempre possibile, ma sarebbe sempre meno frequente e probabile se i treni fossero nuovi, moderni e comunque ben mantenuti».

Quindi, al riguardo «mi permetto evidenziare alcune semplici domande che la committente Regione Calabria dovrebbe porre a se stessa e a Trenitalia e che certamente avrà già fatto: Atteso che Trenitalia in Calabria ha dismesso ormai quasi tutte le proprie unità di manutenzione, compresa l’Officina Deposito di Cosenza che era super attrezzata, come e dove viene all’attualità effettuata, sui rotabili impiegati nei servizi regionali calabresi, la manutenzione ordinaria,la piccola manutenzione giornaliera e la manutenzione programmata?Come e dove la Regione controlla, sotto forma di monitoraggio o di ispezioni spot, che vengano rispettati i protocolli convenuti nel contratto di servizio, anche ai fini di verificarne la coerenza con gli impegni finanziari assunti? Poiché i disservizi nella galleria Cosenza – Paola rappresentano una oggettiva criticità a causa della tipologia stessa della struttura , esistono a Cosenza e a Paola due postazioni fisse di locomotori di soccorso nonché di personale in riserva, che siano pronte per intervenire in galleria in tempi rapidi senza giungere alle inaccettabili attese del 18 marzo scorso? In relazione al Cronoprogramma allegato 7 al CdS., che prevede entro il 2024 la immissione in esercizio di 27 nuovi treni di cui tre bi-direzionali entro il 2022, i tempi concordati sono stati rispettatiad oggi da Trenitalia?».

Altrettante domande la Regione Calabria e i vari soggetti istituzionali «dovrebbero porre (e certamente lo avranno fatto) a Rfi, ma in questo caso senza prescindere dalla enorme e positiva novità rappresentata dalla decisione a suo tempo assunta dalla stessa Rfi e dai Governi Conte e Draghi di finanziare l’Alta velocità ferroviaria da Salerno a Reggio Calabria scegliendo un tracciato finalmente più accentrato e a servizio di tutta la Calabria e non già solo della ristretta fascia tirrenica, nonché il raddoppio della Galleria Santomarco,che sarà risolutivo di tutti i gravosi problemi attuali. Ovviamente i tempi tecnici di realizzazione della nuova galleria a doppia canna non escludono affatto la necessità di dover comunque intervenire urgentemente per migliorare gli attuali livelli di sicurezza nella galleria in esercizio oggi».

Quindi, le domande da porre al riguardo in via prioritaria ad Rfi, per Lo Feudo, sarebbero: «A che punto sono le procedure per l’avvio dei lavori di raddoppio della galleria atteso che il dibattito pubblico è stato ormai da tempo concluso, e cosa si sta facendo inoltre per rispettare le scadenze previste nei programmi afferenti i lotti riguardanti Praia a Mare e Tarsia? Quali iniziative intende adottare Rfi per realizzare immediate misure di mitigazione del rischio in caso di blocco dei rotabili nell’attuale galleria? Come mai non sono previsti interventi di pedonalizzazioni nell’attuale galleria ovvero di altro idoneo intervento coerente, atteso l’obbligo tecnico a realizzare investimenti di tal genere per le gallerie che superino i due Km?».

Purtroppo quello ferroviario, ha concluso Lo Feudo «è un mondo complesso che opera in efficienza solo come sistema e che quindi non ottimizza le proprie performance se nel sistema stesso ci sono lacune o inefficienze ancorché marginali. Tutto questo però non può e non deve assolutamente riguardare la sicurezza dei viaggiatori e del personale, per cui nessuna giustificazione di tipo economico gestionale può rendere accettabile la mancanza di un equipaggio e di mezzi in riserva presenziata su Paola e Cosenza  per poter intervenire real time in caso di problemi a un convoglio in una galleria ad elevatissimo utilizzo e a binario unico. Così come assurde, scoordinate, emotive e ingiustificabili sono le generiche censure campanilistiche al nuovo progetto di Alta Velocità Ferroviaria Sa-RC e di raddoppio della Galleria Santomarco, finalmente su tracciato più centrale e accessibile dai calabresi e non più marginalizzato sulla costa tirrenica come linea di mero transito per la Sicilia e peraltro esposta a gravissimo rischio erosione, che paradossalmente forniscono alibi per ritardarne i tempi anziché accelerarli ulteriormente per come avverrebbe in qualsiasi altro posto al mondo».

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