Con circa 11mila morti l’anno, l’Italia è “maglia nera”, in Europa, a livello di antimicrobico resistenze. Lo evidenziano gli esperti riuniti nella rete multidisciplinare europea Enaspoc (European Network for Antibiotic Stewardship at the Point of Care) che, in un incontro sul tema a Milano, hanno sottolineato l’importanza di ricorrere a test diagnostici rapidi per evitare prescrizioni inutili.
L’uso eccessivo degli antibiotici determina il proliferare di batteri “resistenti”, che pongono a forte rischio la salute umana. Ogni giorno in Europa 100 persone muoiono a causa dell’antimicrobicoresistenza, che ha anche un forte impatto economico, dal momento che le stime parlano di circa 1,1 miliardi di euro l’anno a carico dei sistemi sanitari europei. Investire 1,5 euro pro capite all’anno in un piano di lotta alla resistenza antimicrobica, invece, eviterebbe circa 27mila decessi.
«Nel nostro Paese, la maggior parte degli antibiotici viene utilizzata a livello territoriale, dove sono assenti strumenti di precisione diagnostica. Uno degli interventi di più immediata attuazione, semplice ed economico, è l’utilizzo, a livello di cure primarie, di test rapidi per la rilevazione della proteina C reattiva (Pcr), in grado di orientare una più appropriata prescrizione», ha spiegato Ivan Gentile, infettivologo dell’Università degli Studi Federico II di Napoli e membro dell’Enaspoc.
Anche la farmacia svolge un importante ruolo nel contrastare il fenomeno, come ribadisce Roberto Tobia, segretario di Federfarma, secondo il quale «i farmacisti italiani possono fornire ai cittadini utili consigli sul corretto utilizzo degli antibiotici, così come possono suggerire i comportamenti più idonei al fine di prevenire le infezioni».