Migliaia di lavoratori sottopagati e sfruttati, costretti a orari e ritmi estenuanti, fatti passare da una cooperativa all’altra in modo da risparmiare su contributi assistenziali e previdenziali. Con queste motivazioni il Tribunale di Milano, sezione misure di prevenzione, ha messo in amministrazione giudiziaria per un anno due colossi della logistica: Brt, ex Bartolini, e Geodis, filiale italiana. Entrambe controllate da due diversi gruppi francesi.
Le multinazionali sono sotto inchiesta per frode fiscale e caporalato. E lo scorso dicembre il Pubblico ministero aveva disposto un sequestro da 126 milioni di euro, poi convalidato dal Giudice per le indagini preliminari. Brt e geodis avrebbero, secondo l’accusa, frodato il fisco ma soprattutto utilizzato manodopera a costi stracciati per il trasporto e le consegne, utilizzando un sistema di cooperative e approfittando dello stato di necessità dei lavoratori. E conquistando in questo modo importanti fette di mercato. Nell’inchiesta anche le presunte mazzette che l’amministratore delegato di Brt avrebbe intascato, circa un milione di euro, per far lavorare alcune cooperative.