La Guardia di Finanza di Perugia

PERUGIA – Fondi europei in cambio di denaro, calabrese nei guai: sequestrati oltre 180mila euro dalla Guardia di Finanza.

Le Fiamme Gialle hanno infatti dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo emesso dal Tribunale di Perugia, nei confronti di un soggetto residente in Calabria, che, sulla base degli elementi probatori emersi dalle indagini preliminari, risulterebbe coinvolto, unitamente ad altre due persone, l’una residente nelle Marche e l’altra a Bastia Umbra, in una truffa perpetrata ai danni di due società, con sede ad Assisi, facenti capo al medesimo gruppo imprenditoriale ed operanti nel settore della fabbricazione di imballaggi in materie
plastiche.

L’indagine trae origine da due querele presentate dai rispettivi rappresentanti delle
delle società, i quali hanno denunciato di essere stati contattati, nei primi mesi del
2021, da due degli indagati che avrebbero prospettato la possibilità di ottenere ingenti
finanziamenti europei, mediante la partecipazione ad appositi bandi indetti dalla
Commissione europea, avvalendosi di due società estere (una irlandese ed una
britannica) per la predisposizione e la presentazione della necessaria documentazione
e per la prestazione della prevista garanzia fidejussoria.

La serietà e la fattibilità della proposta contrattuale venivano comprovate attraverso
la produzione di (false) delibere, riportanti loghi ed intestazioni della Commissione
Europea, certificanti l’avvenuta concessione dei finanziamenti nonché di (falsa)
documentazione bancaria relativa all’accredito (mai avvenuto) di somme di denaro
su un conto corrente intestato ai beneficiari del finanziamento acceso presso una
filiale londinese di una banca estera.

Per l’attività di intermediazione e consulenza, veniva versata, in più soluzioni, con
bonifici su conti correnti irlandesi e lussemburghesi intestati alle due società estere,
un importo complessivo superiore ai 180.000,00 euro.

Nel mese di maggio del 2022, a fronte della mancata erogazione dei contributi e di
riscontri documentali da parte delle società estere e delle successive investigazioni si è giunti ad accertare la falsità della documentazione bancaria e degli atti recanti l’intestazione della Commissione Europea, prodotti dagli indagati.

Inoltre, attraverso mirate indagini, i finanzieri hanno ricostruito il flusso finanziario
dei pagamenti dalle parti offese che, dai conti correnti esteri, sono confluiti
integralmente, su un conto corrente acceso presso una filiale milanese di una banca italiana, intestato al terzo soggetto indagato residente in Calabria, rappresentante
legale di una delle due società estere.

Dulla base dell’impianto probatorio raccolto, il Gip ha ritenuto sussistente il fumus
del delitto di truffa aggravata, provvisoriamente contestato, scaturente, in particolare,
dalla evidente concertazione tra gli indagati delle condotte volte, mediante artifici e
raggiri, a depredare il patrimonio dei querelanti ed ha disposto, accogliendo la
richiesta del pubblico ministero, in capo al soggetto calabrese, il sequestro della
somma complessiva di euro 180.513,72 “giacente sui conti correnti o altrimenti
investita” e “dei beni in cui il denaro è stato trasformato”.