RENDE – La Commissione d’accesso antimafia (Antonio Reppucci, Prefetto a riposo, Giuseppe Zanfini, dirigente del Commissariato di Polizia di Paola, e il Tenente colonnello Dario Pini, comandante del reparto operativo del Comando Provinciale Carabinieri di Cosenza), al Comune di Rende, ha verificato l’eventuale presenza di condizionamenti o infiltrazioni dei clan nella gestione dell’amministrazione comunale inviando la relazione alla Prefettura di Cosenza. Adesso, entro 20 giorni, sarà convocato un comitato al quale parteciperanno le Procure di Catanzaro e di Cosenza durante il quale si discuterà della relazione e se inviarla o meno al Ministero che, in questo caso, dovrà decidere entro 45 giorni se sciogliere il Comune.
La Prefettura di Cosenza, aveva effettuato le nomine dei commissari a seguito dell’operazione denominata “Reset”, coordinata dalla Dda di Catanzaro guidata da Nicola Gratteri. Un’inchiesta che ha portato al coinvolgimento di amministratori comunali, tra cui il sindaco Marcello Manna, finito nel registro degli indagati. Il primo cittadino, sospeso dalla Prefettura, a seguito dell’inchiesta è indagato per scambio politico-mafioso dalla Distrettuale di Catanzaro.
In particolare, il gip ha evidenziato come “dalle modalità del fatto (aver stretto un patto di scambio elettorale politico-mafioso con membri apicali della criminalità organizzata) e dalla personalità dell’indagato che, seppur incensurato, ha dimostrato predisposizione a delinquere scendendo a patti con membri di un’associazione mafiosa, in particolare col gruppo D’Ambrosio». La Dda a supporto di ciò ha riportato le dichiarazioni del pentito Adolfo Foggetti, che «costituiscono un ulteriore elemento a fondamento della sussistenza delle esigenze cautelari, evocando contatti duraturi nel tempo con la criminalità organizzata cosentina». Manna è anche accusato di essersi adoperato con il gruppo D’Ambrosio per la gestione del palazzetto dello sport di Rende.