REGGIO CALABRIA – All’interno di una gremita sala Boccioni di Palazzo Alvaro si è svolta la cerimonia di ratifica formale del gemellaggio tra la Città Metropolitana di Reggio Calabria e quella greca di Erymanthos.
L’Ente locale reggino era rappresentato nell’occasione dal delegato Filippo Quadruccio.
Gruppi di ragazzi e ragazze greci ed italiani hanno rappresentato ai presenti i punti fondamentali di quello che vuole essere non un semplice interscambio ma una vera e propria contaminazione virtuosa sui valori cardine della democrazia, della partecipazione attiva, dell’essere nei fatti “comunità europea” e nel promuovere consapevolezza di cittadinanza per limitare fenomeni di discriminazione e garantire al massimo gli stessi diritti ad ogni soggetto dei Paesi coinvolti.
La città di Erymanthos ha caratteristiche, per molti versi, simili a quella di Reggio, a livello geomorfologico soprattutto, e la scelta è ricaduta non a caso su di essa e sulle sue aree rurali che presentano similitudini socio-culturali con quelle reggine.

Un percorso, questo, nato nel 2019 grazie all’allora dirigente Francesco Macheda della Città Metropolitana supportato dal prezioso lavoro della funzionaria Maria Quattrone, posto in essere fino a ieri anche con la nuova dirigente Maria Teresa Scolaro.

Promossa dall’Associazione “Apice”, rappresentata dalla presidente Alessandra Coppola, questa sinergia istituzionale e culturale si è rivelata fattivamente uno strumento prezioso per mettere una prima pietra a quel ponte che lega da millenni la Calabria ed in particolare il territorio reggino all’antica Grecia cui è dovuta la stessa fondazione di Rhegion.

Non solo patrimonio linguistico, basti pensare alla cospicua comunità grecanica presente sul territorio della Città Metropolitana, ma un vero e proprio modo di sentire comune identitario che permane quale traccia indelebile dell’essere stati Magna Grecia.

Un sentire che si declina e si traduce, ad oggi, in moltissimi aspetti della vita sociale, culturale, religiosa del territorio reggino, ma anche attraverso pratiche artigianali o agricole che richiamano le tradizioni millenarie tramandate proprio dall’antica discendenza greca.

Grande entusiasmo da parte di tutti gli attori di questo significativo evento che sigla un abbraccio tra due realtà destinato a divenire una “prima pietra” contro l’euroscetticismo nel nome di una oggettiva cooperazione tra popoli come vuole la costituzione stessa dell’Europa Unita nella sua base valoriale.

Il consigliere delegato Filippo Quartuccio, ringraziando tutti coloro che si sono spesi dal 2019 ad oggi stesso per rendere possibile questa storica firma, a dichiarato che “si tratta di un momento molto importante per il nostro territorio”.

“Oggi – ha aggiunto il delegato – andiamo a sottoscrivere un patto di gemellaggio che ci impegna a potenziare i legami di solidarietà e di fratellanza, in senso sociale, culturale ed istituzionale, tra i due popoli. Crediamo tanto in questo impegno della nostra Città Metropolitana di aprirsi alla realtà europea. Un progetto che nasce proprio con la Grecia perché inquadrato nel contesto che richiama alle origini del nostro popolo, a quei padri fondatori che per primi approdarono sulle coste meridionali della nostra Penisola ponendo la prima pietra della nostra antica Rhegion.

Un gemellaggio dunque che punta a celebrare e valorizzare l’enorme patrimonio storico e culturale che deriva proprio da quella tradizione e che quella civiltà ci ha donato in eredità. Siamo convinti che anche attraverso iniziative come questa si possa accrescere e valorizzare il patrimonio identitario che è proprio del nostro territorio e che costituisce un valore aggiunto anche in termini di attrattività culturale e turistica“.

Tutta l’iniziativa è stata accompagnata musicalmente dall’associazione “Corde Libere” quale soggetto che opera ricerca e pratica di commistione di linguaggi musicali tradizionali. Un gemellaggio, quindi, che nasce come esempio di cittadinanza attiva grazie alla proposta ed al ruolo cruciale di associazioni del territorio che sono riuscite ad individuare e consolidare il giusto rapporto con le Istituzioni per produrre un grande risultato di democrazia in grado di incidere concretamente sulle opportunità civili, culturali e finanche economiche dei territori da oggi uniti da quello che non è più semplicemente un “filo invisibile”.