Home Calabria Questione morale a Corigliano Rossano: “Il sindaco Stasi risponda alle domande”

Questione morale a Corigliano Rossano: “Il sindaco Stasi risponda alle domande”

Polemica sulle 600 mila euro pagate dal Comune ai due avvocati ex difensori personali in passato di Stasi e del suo assessore Mitidieri

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CORIGLIANO-ROSSANO (Cs) – “Corigliano-Rossano deve ormai prendere atto di essere sgovernata da un Sindaco che resta espertissimo solo nei post social sull’ordinaria amministrazione fatta passare per rivoluzione (quella della vernice!) ma che si dimostra sistematicamente incapace di rispondere nel merito a tutte le questioni anche gravissime che gli vengono pubblicamente poste, fuggendo da ogni trasparenza”.

È l’opinione politica del coordinamento cittadino di Fratelli d’Italia che rinnova al sindaco  di Corigliano Rossano le domande già destinategli sulla “documentata pagina etica delle 600 mila euro fatte pagare dalla casse comunali ai due avvocati del Foro di Cosenza, già difensori personali negli scorsi anni dello stesso Flavio Stasi e del suo attuale assessore Mauro Mitidieri, per parcelle stravecchie di decenni ma mai richieste da quei due professionisti fino – attenzione! – all’insediamento da Sindaco del loro ex assistito”.

È vero oppure no, chiede Fratelli d’Italia, che i due avvocati, “ai quali questa Amministrazione comunale ha fatto riconoscere e pagare senza batter ciglio 600 mila euro pubblici sono gli stessi legali che hanno difeso gli stessi Stasi, Mitidieri ed altri nel loro ricorso elettorale (poi bocciato dai giudici) contro la vittoria democratica dell’allora sindaco Stefano Mascaro?”

“È vero oppure no – prosegue – che rispetto alle pretese vantate dai due avvocati l’Amministrazione comunale non ha richiesto alcun preventivo parere al competente ufficio legale?”

È vero oppure no che gli attuali amministratori pubblici, ieri assistiti privati di quei due legali, non hanno avvertito alcuna opportunità ed esigenza di chiedere una verifica e relazione formale sulle eventuali opposizioni esperibili rispetto ai decreti ingiuntivi notificati stranamente soltanto a partire dall’insediamento della Giunta Stasi?

È vero oppure non che non è stata proposta da questa Amministrazione comunale alcuna transazione per concordare eventuali riduzioni delle pretese tardive e forse pure improponibili perché prescritte di quei due avvocati, vecchia conoscenza personale dei due amministratori?

È vero oppure no che questo pagamento di 600 mila euro è stato autorizzato a seguito di una votazione consiliare favorevole per debiti fuori bilancio nella quale non soltanto Stasi non si è doverosamente astenuto (trattandosi di fatto di un pagamento sull’unghia ai suoi ex avvocati personali) ma rispetto alla quale il suo voto sarebbe stato addirittura determinante?”

Ecco, secondo Fratelli d’Italia Stasi deve rispondere solo a queste domande, deve entrare nel merito e dire alla città come sono andate le cose.

“Dopo di che – ironizza Fdi – va benissimo pure il ritornello che ormai sentiamo e leggiamo dal 2019 sulle colpe di tutto, di tutti e del mondo, prima della sua rivoluzione. Ne prendiamo atto. Il Sindaco ci ha convinto.

Però, adesso, Stasi risponda alle domande che gli vengono fatte, senza fuggire, senza girarci attorno, senza paternalismi demagogici e populisti che ormai al massimo tengono in vita, sempre e soltanto sui social, qualche suo tifoso consigliere comunale.

Risponda con urgenza sulla gravissima questione morale aperta da tempo nella sua opaca gestione amministrativa, fatta di fiumi di incarichi e di spese milionarie per intrattenimento residenti soprattutto in fase pre-elettorale; una questione morale – conclude il coordinamento di Fdi – divenuta oggi una vera e propria emergenza democratica anche con quest’ultimo gravissimo conflitto di interessi che calpesta ogni etica pubblica e politica, svelato ancora una volta soltanto da un’inchiesta giornalistica e di cui egli si è reso attore protagonista, nel silenzio totale della sua Giunta e della sua maggioranza in consiglio e sempre più minoranza tra la gente”.