L'ospedale di Corigliano - Rossano

ROSSANO – Nei giorni scorsi, un giovane di 29 anni è deceduto in attesa che un’ambulanza lo trasferisse dal nosocomio di Rossano all’Annunziata di Cosenza. Una vicenda che ha attirato l’attenzione di Ivano Giacomelli, segretario nazionale dell’associazione Codici.

«Una storia che, se confermata per Giacomelli –  sarebbe di una gravità inaudita. Come sempre accade in questi casi l’uso del condizionale è d’obbligo per rispetto delle parti in causa e degli inquirenti, ma è altrettanto d’obbligo per un’associazione come Codici impegnata da anni contro la malasanità presentare un esposto in Procura per fare luce su quanto successo». 

E, ancora: «Una vicenda tragica e, al tempo stesso, drammatica – prosegue il segretario nazionale – perché a perdere la vita è stato un giovane e perché le cause, se confermate, lasciano senza parole. È chiaro che bisogna verificare cosa è successo nel primo ricovero al Pronto Soccorso e nel successivo in ospedale, anche e soprattutto per quanto riguarda il trasferimento in ambulanza. C’è da capire, inoltre, come è stato effettuato l’intervento odontoiatrico da cui sarebbero sorti i problemi. Le domande che necessitano di una risposta sono tante e ci impegneremo affinché la famiglia del ragazzo conosca la verità dei fatti e, nel caso fossero accertate delle responsabilità, ottenga giustizia».

Per Elio Nicoletta, esponente dell’associazione  “Codici” di Crotone: «Quello alla salute è un diritto che purtroppo in Calabria è spesso calpestato o ignorato. Il quadro della situazione sanitaria nella nostra regione è drammatico. L’ultima conferma è arrivata dal report del ministero della Salute sui Lea, i Livelli Essenziali di Assistenza. Nel 2020 sono state riscontrate criticità in tutti i settori monitorati, ovvero area distrettuale, ospedaliera e prevenzione collettiva. Certo, la pandemia ha inferto un colpo durissimo, ma è da tempo che la sanità calabrese fa discutere ed è oggetto di polemiche e di denunce per le sue inefficienze. Non sappiamo se la morte del ragazzo di 29 anni sia l’ennesimo caso di malasanità. Di sicuro è la dimostrazione che bisogna intervenire, con forza e non più con slogan, per tutelare i calabresi garantendo finalmente un sistema sanitario efficace, in grado di fornire un’assistenza adeguata, impedendo anche il fenomeno del pendolarismo per motivi sanitari».