REGGIO CALABRIA – Oltre 300 auto abbandonate, parti meccaniche e carrozzerie, pneumatici e finanche rifiuti edili da demolizione e fusti metallici. E ancora: liquidi e/o olio lubrificante che conferivano le caratteristiche di pericolosità ai rifiuti.
Una vera e propria discarica a cielo aperto nel cuore del parco nazionale dell’Aspromonte, scoperta dai carabinieri. Ma andiamo con ordine.
Prosegue l’opera di contrasto ai reati ambientali, in particolar modo contro l’abbandono incontrollato e lo smaltimento illecito di rifiuti, da parte dei carabinieri forestali nel territorio del Parco Nazionale d’Aspromonte.
Nei giorni scorsi, a seguito di pregresse indagini investigative coordinate dal Reparto carabinieri P.N. Aspromonte di Reggio Calabria e finalizzate alla repressione ed al contrasto degli illeciti ambientali, i militari della Stazione Parco di Oppido Mamertina, coadiuvati da personale del Nipaaf del Gruppo Carabinieri Forestale di Reggio Calabria e da militari della Stazione Parco di Gambarie d’Aspromonte, nell’accedere all’interno di un’area in uso ad un’azienda locale, in Oppido Mamertina, località “Folari”, dedita al commercio di autoveicoli, motoveicoli, mezzi di trasporto nuovi ed usati, nonché ricambi ed accessori nell’ambito dei servizi in capo all’officina meccanica della stessa, riscontravano la presenza di un notevole numero di veicoli fuori uso, molti privi di targhe e/o manufatti che, di fatto, ne inibiscono le possibilità di marcia.
Ciò non di meno, veniva riscontrata la presenza di rifiuti speciali, alcuni dei quali classificabili “pericolosi”, nei pressi dell’area in parola, costituiti da parti meccaniche e di carrozzeria di automezzi, pneumatici e finanche rifiuti edili da demolizione e fusti metallici.
A tale evidenza, i militari operanti procedevano ad una generale ricognizione dei veicoli, risultanti in tutto 326, di cui 232 in evidente stato di abbandono; veniva altresì accertata la presenza di liquidi e/o olio lubrificante che conferivano le caratteristiche di pericolosità ai rifiuti.
Lo stoccaggio, per come appurato, avveniva su un terreno privo di copertura impermeabilizzata e di sistema di raccolta delle acque, con conseguente pericolo di inquinamento del suolo, a scapito delle prescrizioni impartite dalla normativa di settore.
Al fine di evitare il perpetrarsi del già in essere reato di gestione illecita di rifiuti, sia pericolosi che non pericolosi e per interrompere una condotta riconducibile ad un’abusiva attività di demolizione ed acquisizione di veicoli fuori uso con alienazione delle parti di ricambio, si è proceduto al sequestro preventivo d’urgenza dell’area, deferendo all’Autorità Giudiziaria competente L.S., classe 1954, in qualità di rappresentante legale della ditta e con pregiudizi di polizia, A.E., classe 1958, in qualità di comproprietaria dei terreni utilizzati per lo stoccaggio dei rifiuti e con pregiudizi di polizia e L.D.B., classe 1990, imprenditrice in qualità di comproprietaria dei terreni oggetto di indagine.
Le operazioni descritte, frutto di perseveranti attività operative, contribuiscono ad avvalorare le competenze specifiche che contraddistinguono il bagaglio tecnico dei carabinieri forestali all’interno del Parco Nazionale d’Aspromonte.