COSENZA – Nella serata di martedì, personale della Polizia di Stato, nel corso di programmati servizi antidroga e di contrasto ad ogni forma di illegalità, voluti dal Questore di Cosenza e disposti in città e nel suo hinterland e coordinati dalla locale Procura della Repubblica diretta da Mario Spagnuolo, ha tratto in arresto, per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente, un cinquantatreenne del posto, con precedenti di polizia.
Non solo auto blu e personale in divisa a presidio del controllo del territorio ma anche agenti in borghese pronti ad intervenire per reprimere ogni forma di legalità, anche con particolare riguardo ai reati predatori, questi i servizi voluti dal Questore Spina. Proprio in tale contesto lungo un’arteria che collega la città ad un paesino a vocazione residenziale, alle porte di Cosenza, gli agenti di pattuglia hanno visto transitare un veicolo con fare sospetto e frettoloso che stava per iniziare una manovra azzardata quando gli operatori hanno deciso di intervenire e di procedere al controllo.
Al volante è stata riconosciuta una persona già nota alle Forze dell’Ordine per i suoi trascorsi nel mondo della droga, che si mostrava sin da subito fortemente preoccupata ed insofferente al controllo, motivo per il quale si decideva di approfondire con una perquisizione personale.
Ad esito del controllo, gli operatori hanno rinvenuto, ben occultati all’interno dei pantaloni, due panetti di hashish del peso complessivo di 200 grammi, confezionati, sigillati ed evidentemente destinati, una volta suddivisi in dosi, al mercato illegale dello spaccio di droga. Particolare al vaglio investigativo è l’etichetta “Pharmacie 069” apposta sulla confezione, al fine di risalire, anche con il contributo degli esperti della Scientifica, ad eventuali caratteristiche/tipologia/provenienza.
Il cinquantatreenne, tratto in arresto per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, al termine delle formalità di rito, su disposizione dell’A.G. procedente, è stato posto agli arresti domiciliari in attesa di giudizio direttissimo.
Il tutto si comunica nel rispetto dei diritti dell’indagato (da ritenersi presunto innocente in considerazione dell’attuale fase del procedimento fino a un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile) al fine di garantire il diritto di cronaca.