Una vecchia vicenda relativa ad un presunto caso di corruzione nel Comune di Cetraro rispolverata sui social dal vicesindaco di Cetraro Tommaso Cesareo. Noi con l’Italia chiede di denunciare il caso alla Procura di Paola: «Fuori subito i nomi di corrotti e corruttori»
«Abbiamo atteso, per alcuni giorni, che il vicesindaco della nostra città avvertisse, per i princìpi di verità e onestà che guidano il suo impegno politico e amministrativo, il dovere morale e istituzionale di dare un’immediata identità a quei due nostri concittadini che, probabilmente, oltre un ventennio fa, si sarebbero resi colpevoli di uno dei reati più abietti legati alla gestione del potere nella pubblica amministrazione – esordisce il coordinatore Noi con l’Italia di Cetraro, Pino Losardo – Ma, finora, è stata un’attesa vana. Secondo l’attuale vicario del sindaco, un amministratore comunale del tempo sarebbe stato unico responsabile, non perseguito dalla legge, di un atto delittuoso commesso nel corso del suo mandato, avendo favorito l’assegnazione illegittima di una “somma milionaria di pubblico denaro ad amici di camerata”, sotto forma di risarcimento danno. Tale gravissimo e sconvolgente misfatto, fatto conoscere alla città e al mondo da un così autorevole rappresentante delle istituzioni, non può che avere un seguito giudiziario, anche alla luce delle circostanze in cui è maturato il reato e alla conoscenza diretta dei colpevoli, di cui il citato vicario del sindaco di Cetraro può offrire certa ed autorevole testimonianza».
La città di Cetraro secondo Losardo: «Non può avere alcuna ombra nella storia della sua primaria istituzione pubblica. Se un governante e decisore così apicale dei destini della nostra comunità sente il dovere di denunciare un caso così rilevante di “corruzione”, perché ne conosce perfettamente i protagonisti e la dinamica con cui si è concretizzato, non può mancare di essere conseguenziale e recarsi, con prove alla mano, presso il Palazzo di Giustizia di Paola. Non crediamo che, a tali livelli di rappresentanza elettiva, si possano rendere noti reati di così grave spessore, solo per dare corpo e sostanza alle proprie ragioni in uno dei tanti feroci “faccia a faccia” che si sostengono, via web, con qualche inveterato nemico dell’opposizione consiliare. Se così fosse – sottolinea Losardo – sarebbe una cosa veramente mostruosa, di cui provare vergogna, e per cui sentire un immediato dovere di rimettere nelle mani del sindaco la delega. Fuori subito i nomi, pertanto, del presunto “corrotto” e del presunto “corruttore”.
Anche perché, con l’approvazione del “bilancio consuntivo 2022”, si sta avvicinando a passi veloci il tempo delle verità riguardo il fallimento perfetto della procedura del “pre-dissesto” e dell’esatta quantificazione dei danni erariali, causati dalla ripresa della corsa dei legittimi interessi già maturati, e non pagati ai creditori. Nonché di quelli “anatocistici”, che sarebbe il ricalcolo degli interessi sugli interessi. Anche eventuali responsabilità amministrative, sia pure di natura diversa, nella mancata realizzazione della procedura di “riequilibrio finanziario pluriennale dei conti di bilancio”, potrebbero meritare la stessa attenzione di quella che il vicesindaco di Cetraro ha coraggiosamente avuto per quel fatto di probabile “corruzione” milionaria, verificatasi tanto tempo fa nel nostro Comune. Ci aspettiamo – conclude Losardo – che il sindaco, nell’ambito del ruolo di “responsabile dell’amministrazione”, favorisca questo processo di verità e trasparenza amministrativa nella nostra città, che sta tanto a cuore al suo vice e, soprattutto, all’intera città».
fiorellasquillaro@calabriainchieste.it