REGGIO CALABRIADiciotto imputati
nel processo scaturito dall’operazione “Propaggine” contro la cosca Alvaro di Sinopoli e Cosoleto sono stati rinviati a giudizio e compariranno davanti al Tribunale di Palmi il 28 giugno. Per chi ha scelto il rito ordinario si è conclusa così l’udienza davanti al gup Irene Giani che ha prosciolto, invece, cinque imputati.
In particolare, ad essere rinviati a giudizio sono:
Antonio Alvaro detto “Massaru Ntoni”
Carmelo Alvaro detto “Bin Laden”
Domenico Alvaro detto “Micu u Merru”
Giuseppe Alvaro detto “Stelio”
Alfredo Ascrizzi
Francesco Carmelitano
Antonio Carzo detto “Ntoni Scarpacotta”
Vincenzo Casella
Palermino Durante detto “Peppe u palerminu”
Antonino Gioffrè
Francesco Luppino detto “Ciccio Mazza”
Antonino Penna detto “Nino”
Carmela Penna
Carmine Penna detto “Zanchi”
Giovanni Penna
Angelo Rechichi
Maurizio Rustico
Carmelo Versace detto “Melo Jack”
Sono stati prosciolti Salvatore Alessi, accusato di favoreggiamento, e altri quattro imputati, Domenico Licastro, Giovanni Rechichi e i fratelli Francesco e Giuseppe Versace che erano accusati di associazione mafiosa. Difesi dagli avvocati Davide Vigna, Maria Teresa Caccamo, Antonino Lupini, Gaetano Muscari, Carmelo Pirrone e Angelo Fortunato Schiava, i cinque per il giudice non hanno commesso il fatto.
Il processo è nato da un’inchiesta della Dda di Reggio Calabria da cui è emerso che la cosca, oltre ad essere operativa nel territorio di Sinopoli, dominava anche il centro di Cosoleto ove insiste un locale di ‘Ndrangheta autonomo ma funzionalmente dipendente da quello di Sinopoli. Tra gli altri, sono stati mandati a processo anche il boss Antonio Carzo, detto “‘Ntoni Scarpacotta”, e l’ex sindaco di Cosoleto Antonino Gioffré, accusati di scambio politico elettorale. Dalle indagini è emerso un interesse della ‘Ndrangheta per le elezioni a Cosoleto del 2018 quando, stando all’ordinanza di arresto eseguita nel 2022, le elezioni amministrative sono state pesantemente condizionate dalla cosca Alvaro in accordo con il sindaco uscente Antonino Gioffré, poi nuovamente candidato ed eletto».