In segno di lutto per la morte della psichiatra Barbara Capovani uccisa a Pisa da un ex paziente ora in carcere, tutti gli operatori dei Dipartimenti di salute mentale in Italia hanno sospeso ogni attività clinico-assistenziale, indossato una fascetta nera al lavoro e osservato due minuti di silenzio. La Società italiana di psichiatria ha voluto così ricordare la collega uccisa e sensibilizzare l’opinione pubblica. Un segnale condiviso via social da operatori, aziende sanitarie e associazioni che operano nel settore della salute mentale. A Pisa psichiatri e sanitari si sono radunati davanti alla Psichiatria dell’Ospedale Santa Chiara per rendere omaggio alla professionista uccisa.
Barbara Capovani, era stata ricoverata in gravissime condizioni dopo essere stata brutalmente colpita a sprangate davanti all’ospedale Santa Chiara della città toscana. Secondo gli investigatori il presunto aggressore nutriva forti rancori nei confronti della dottoressa, che lo aveva avuto in cura.
L’uomo si definirebbe uno sciamano e solo un anno fa avrebbe gettato spray urticante contro una guardia del Tribunale di Lucca dove era stato convocato per un processo per interruzione di pubblico servizio.
I medici dopo l’avvio delle procedure concordate con l’Azienda ospedaliero-universitaria pisana e Azienda Usl Toscana nord-ovest hanno annunciato ieri sera con un bollettino la morte cerebrale. Un passaggio che ha consentito l’espianto degli organi che la vititma aveva deciso di donare.
“Riposa in pace Barbara, che la terra ti sia lieve. Tutti abbiamo pregato e sperato che la dottoressa Barbara Capovani potesse riprendersi dalle ferite atroci e invece ci ha lasciati dopo aver lottato per ore. Dolore profondo della Toscana tutta che ci lascia sgomenti”. Così il presidente della Regione, Eugenio Giani, su Facebook si è unito al dolore per la morte della psichiatra, aggredita e ridotta in fin di vita a Pisa da un suo ex paziente di 35 anni, che si definiva uno sciamano.
“Ci viene strappata una convinta psichiatra che aveva scelto la sanità pubblica dedicandosi negli anni con generosità, amore e professionalità a centinaia di pazienti”, prosegue Giani, “ma la dottoressa Capovani era anche una moglie e una mamma, ci stringiamo in particolare a suo marito e ai suoi figli che hanno chiesto la donazione degli organi che aiuteranno a salvare altre vite. Un abbraccio anche ai suoi colleghi e amici. Non ci resta che augurare buon lavoro alla magistratura perché possa essere assicurato alla giustizia l’infame assassino”.