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Roberto Occhiuto accende la lampada votiva: «San Francesco, ti affido il Governo regionale»

«Chiedo a Lui di dare forza, determinazione a chi governa questa Regione»

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Occhiuto e Politano

PAOLA (Cs) – Dopo la visita, stamane, del busto di San Francesco di Paola agli ammalati e al personale dello stabilimento ospedaliero che porta il suo nome, si è tenuta oggi, come previsto da calendario della festa patronale di San Francesco di Paola, la cerimonia di accensione della lampada votiva del Santo nella chiesa nuova del Santuario eretto in nome del grande Taumaturgo calabrese.

La lampada fu accesa e benedetta per la prima volta il 13 ottobre 1946 dal sindaco di Adolfo Quintieri in riconoscenza al Santo per la protezione della Calabria dalla Seconda guerra mondiale.

Tra centinaia di rappresentanti istituzionali, esponenti del mondo della chiesa e della politica, ad ogni livello, autorità civili, militari e religiose, il governatore della Calabria, Roberto Occhiuto, si è così espresso: «Saluto il generale dell’Ordine dei Minimi padre Gregorio Colatorti ed il superiore e rettore della basilica padre Francesco Trebisonda; saluto la comunità dei frati Minimi per l’accoglienza straordinaria che ogni giorno rivolgono ai pellegrini e per custodire questo straordinario Santuario con una disponibilità davvero encomiabile».

«Rivolgo anche io – ha detto Occhiuto – un saluto a padre Giovanni, prematuramente scomparso. Vorrei salutare la comunità di Paola e le comunità dei comuni calabresi, oggi rappresentati dai sindaci che custodiscono da anni la memoria di questo straordinario Santo», ha evidenziato.

«Il rito dell’accensione della lampada risale alla seconda guerra mondiale, momento di smarrimento per la Calabria», ha detto Occhiuto, ricordando che i calabresi «vivevano nel loro cuore incertezza e preoccupazione per il futuro. Poi iniziò questo rito e grazie a San Francesco il popolo calabrese si raccolse attorno a Lui».

Ma ancora oggi, a distanza di tanti anni – ha evidenziato Occhiuto – «la Calabria vive quegli stessi sentimenti di smarrimento e preoccupazione». E’ dunque «importante che la comunità si stringa con affetto e partecipazione attorno al suo Santo, fenomeno identitario della nostra Regione», ha dichiarato.

E, ancora, dopo aver salutato la comunità dei «calabresi all’Estero che rendono sempre attuale il loro ponte con le radici della Calabria.», Occhiuto ha aggiunto: «Ho scelto di sostenere il carico dei problemi di questa Regione, segnata dai poteri criminali che lanciano al paese un segnale devastante, ma la Calabria non è questa».

E poi Occhiuto elenca altri problemi: «Il diritto alla cura dei calabresi per tanti anni negato: stiamo cercando di costruire tra le macerie, passo dopo passo»; «i problemi legati al lavoro che non c’è, alla libertà negata a tanti giovani che a conclusione dei percorsi di studi non hanno la libertà di costruire qui il proprio futuro».

«Vivo sulla mia pelle questi problemi», ha detto.

«Devo occuparmene – ha aggiunto – tentando di affrontarli con l’aiuto del Signore e di San Francesco».

Ma la Calabria, diceva Occhiuto, non è solo quella dei problemi. «E’ anche e soprattutto una terra straordinaria, fatta di paesaggi, mare, montagne, borghi incantevoli, terme sul mare, giacimenti culturali e tante ricchezze che altre regioni non possono vantare».

«A volte – ha spiegato – ce ne dimentichiamo». Si riferisce «all’agricoltura, al primo porto d’Italia (Gioia Tauro), ai luoghi del sapere (le nostre Università straordinarie). E’ una Regione che ha tante ricchezze», spiega il governatore.

Poi in riferimento all’accoglienza della Calabria, ha parlato della tragedia di Cutro, alla reazione solidale della nostra Regione: «Sono orgoglioso di guidare questa regione. Dobbiamo trasformare questi problemi sull’insegnamento di San Francesco in occasioni di lavoro per dire ciò che di bello c’è in Calabria».

E poi, infine, si è rivolto al Taumaturgo calabrese: «Vorrei affidare qui, idealmente, a Te, San Francesco, il mio governo regionale. Sono sicuro che, guardando con la consueta benevolenza la Calabria, interpretando ansie, preoccupazioni, incertezze nel cuore dei calabresi, diamo a loro spazi per essere riempiti di speranza».

E ancora: «Chiedo a San Francesco di dare forza, determinazione a chi governa la Calabria e, soprattutto, l’umiltà per sentirsi strumento dei calabresi, per poter svolgere questa funzione, per scrivere un pezzo di storia migliore di questa regione. Con questa preghiera a Te, rivolgo un deferente saluto a tutte le autorità e alle comunità, alla Calabria  che vuole bene a questo Santo, come San Francesco vuole bene alla Calabria».

Tre sindaci Calabresi hanno poi offerto l’olio votivo al Santo e Occhiuto ha acceso la lampada. (g. s.)