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Maxi concorso della regione Calabria a Rende, per Corsi «la questione è politica»

«Qualcuno dovrà spiegarci la “centralità geografica” di Rende rispetto a Catanzaro»

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CATANZARO – Non accennano a placarsi gli animi per quanto concerne la decisione operata dalla regione Calabria di tenere il maxi concorso per funzionario (per il quale sono previsti 10mila partecipanti) a Rende e non a Catanzaro. Il primo a sollevate la questione è stato il consigliere comunale Antonio Corsi lo scorso 30 aprile https://www.calabriainchieste.it/2023/04/30/10mila-partecipanti-al-concorso-di-funzionario-della-regione-calabria-le-prove-si-svolgeranno-a-rende-il-consigliere-corso-non-ci-sta/ a, quale ha fatto eco il consigliere comunale Francesco Scarpino https://www.calabriainchieste.it/2023/05/02/concorsone-regione-calabria-sede-naturale-e-catanzaro-non-rende/ Oggi a prendere nuovamente la parola è Corsi in replica a quanto sostenuto dall’assessore regionale Filippo Pietropaolo.
«La contraddittoria “spiegazione” dell’assessore regionale al personale sul perché il maxi concorso da 10.000 candidati si svolga a Rende e non a Catanzaro – ha esordito Corsi – non solo non ci convince, ma aumenta le nostre perplessità su questa operazione. Che è innanzitutto “politica”, anzi geopolitica, perché sposta lontano dal Capoluogo, sede del governo regionale e quindi committente, la sede naturale di un concorso importante. Non è una questione di “capannoni”, come la liquida l’assessore con molta superficialità, anche se bisognerebbe capire perché due sedi private a Rende siano più economiche e vantaggiose per il Formez rispetto ad una sede di proprietà della stessa Regione e quindi gratuita. Tra parentesi, qualcuno informi l’assessore che l’Ente Fiera di Catanzaro Lido da innumerevoli mesi non è più hub vaccinale e quindi nulla impediva di utilizzarla. Magari, con questa occasione, la Regione avrebbe potuto fornire gli arredi utili anche per future selezioni, con un investimento rivolto alla collettività».
E, ancora: «Ma, lo ripeto, la questione va molto oltre i dettagli economici. Mi spiace che l’assessore, che è persona seria, nonché un imprenditore, non l’abbia colto. E’ il segnale che si manda all’esterno e cioè che Catanzaro è Capoluogo solo sulla carta e che le sue funzioni possono essere tranquillamente ripartite sul territorio. Il baricentro, piano piano, si sposta a Cosenza. La scusa è sempre quella: Catanzaro non ha le strutture, Catanzaro non ha i parcheggi, etc. Ma è solo una scusa perché le strutture, volendo, ci sono. E qualcuno, magari sarà il Formez a farlo, dovrà spiegarci la “centralità geografica” di Rende rispetto a Catanzaro. In futuro ci auguriamo che tutte le attività amministrative proprie del Capoluogo di Regione si svolgano nella sede naturale».
 
stefaniasapienza@calabriainchieste.it