Alcuni imputati coinvolti nel blitz antimafia

VIBO VALENTIA – Si è concluso, presso la Corte di appello di Catanzaro, il processo scaturito dall’operazione denominata “Costa pulita”, che ha visto i giudici sentenziare 22 sconti di pena, 7 assoluzioni e una prescrizione. Rivisitate, dunque, le posizioni dei 30 imputati, il cui processo di primo grado è stata emessa il 31 luglio del 2018. Una sentenza storica dal punto di vista giudiziario perché per la prima volta ha riconosciuto l’esistenza di un’associazione mafiosa radicata nel territorio comunale di Briatico – il clan Accorinti-Bonavita-Melluso – e di un’altra avente la sua roccaforte a Parghelia: il clan Il Grande. Il processo in appello ha assunto particolare significato anche alla luce dei ritardi registrati per il deposito delle motivazioni del verdetto: ben due anni. Solo nel luglio 2020, infatti, il gup distrettuale ha depositato le motivazioni della sentenza e ciò ha fatto sì che tutti gli imputati detenuti (boss ed affiliati) siano stati nel frattempo rimessi in libertà per scadenza dei termini massimi di custodia cautelare, risalendo gli arresti all’aprile del 2016. Associazione mafiosa, intestazione fittizia di beni, usura, corruzione elettorale, concorso esterno in associazione mafiosa, detenzione illegale di armi, estorsione e danneggiamento i reati, a vario titolo, contestati.

In particolare, la Corte di appello di Catanzaro, ha sentenziato sconti di pena nei confronti del capo dell’omonimo clan di Briatico Antonino Accorinti, condannato a 12 anni di reclusione (in primo grado 14 anni e 8 mesi); 8 anni per il figlio Antonio Accorinti (in primo grado 12 anni di reclusione); Sergio Bagnato, 3 anni, 1 mese e dieci giorni di reclusione (in primo grado 4 anni); Nazzareno Colace, 3 anni e 600 euro di multa (in primo grado 14 anni); per Giuseppe Granato, imprenditore di Briatico, 6 anni e 8 mesi, (in primo grado 8 anni); Francesco Grillo, 3 anni, 4 mesi e 800 euro di multa (in primo grado 8 anni); Carmine Il Grande, considerato a capo dell’omonimo clan di Parghelia, 8 anni, 8 mesi di reclusione e 1334 euro di multa (in primo grado 10 anni); Ferdinando Il Grande, di Parghelia, 6 anni (in primo grado 8 anni); Gerardo La Rosa, di Parghelia 6 anni e 4 mesi di reclusione (in primo grado 8 anni); Giancarlo Lo Iacono, di Zambrone, 7 anni di reclusione (in primo grado 8 anni); Emanuele Melluso, di Briatico, 6 anni e 10 mesi, (in primo grado 8 anni e 8 mesi); Leonardo Francesco Melluso, pure lui di Briatico, capo dell’omonimo clan, 6 anni di reclusione (in primo grado 10 anni); Simone Melluso, di Briatico, 7 anni di reclusione (in primo grado 8 anni e 8 mesi); Salvatore Muggeri, genero di Antonino Accorinti, 4 anni e 8 mesi (in primo grado 7 anni); Salvatore Muzzupappa, di Nicotera 3 anni, 1 mese e 10 giorni di reclusione (in primo grado 6 anni); Francesco Prestia,1 anno e 4 mesi; Pasquale Prossomariti, di Santa Domenica di Ricadi, 7 anni di reclusione (in primo grado 7 anni e 4 mesi); Salvatore Prostamo, di Briatico, 5 anni, 1 mese e dieci giorni (in primo grado 8 anni); Giovanni Rizzo, di Nicotera Marina, 3 anni, 1 mese e dieci giorni di reclusione, (in primo grado 8 anni); Carlo Russo, di Zambrone, 7 anni di reclusione, (in primo grado 8 anni); Davide Surace di Spilinga, 3 anni di reclusione (in primo grado 4 anni e 8 mesi); Federico Surace di Spilinga, 3 anni di reclusione (in primo grado 4 anni e 8 mesi).

Sono stati assoltI: Giuseppe Evalto imprenditore originario di Spilinga ma residente a Pizzo (in primo grado condannato a 6 anni e 8 mesi); Francesca Galea, di Siderno (in primo grado condannato a 2 anni); Giancarlo Lo Bianco, imprenditore di Portosalvo, frazione di Vibo Valentia, (in primo grado condannato a 4 anni, 5 mesi e 10 giorni di reclusione); Felice Lo Iacono, di San Costantino di Briatico (in primo grado 6 anni); Cosmo Michele Mancuso boss di Limbadi (in primo grado 10 anni e 8 mesi);  Francesco Marchese di Briatico (in primo grado 6 anni e 8 mesi); Eugenya Umyarova  dell’Uzbekistan (in primo grado 2 anni); Andrea Niglia, ex presidente della Provincia di Vibo, (due anni in primo grado on pena sospesa).

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