Home Calabria L’estorsione all’imprenditore: «Dobbiamo dare un regalo a Peppe La Rosa»

L’estorsione all’imprenditore: «Dobbiamo dare un regalo a Peppe La Rosa»

Il pentito: «Il giovane di Paola sottoposto a un rituale ‘ndranghetistico nel carcere di Siracusa»

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Carabinieri del Ros

PAOLA (CS) – C’è un pentito di ‘ndrangheta, Diego Zappia, che riferisce d’aver presenziato a un rituale ‘ndranghetistico, nel carcere di Siracusa, durante il quale furono conferiti al paolano Peppe La Rosa, detenuto in quel tempo per i fatti dell’inchieste “Tela del Ragno”, le doti della “santa”, del “vangelo” e del “trequarti”.

Oggi quel La Rosa sarebbe uno ‘ndranghetista emergente, secondo quanto sostiene la Distrettuale antimafia, ed è rimasto coinvolto nel blitz di stamattina nell’ambito di una estorsione.

La condotta estensiva risulta, infatti, contestata sia a Giuseppe La Rosa e sia a Giovanni Lenti, soggetti considerati gravitanti in ambienti di criminalità organizzata.

Sul conto di La Rosa, in particolare, la Dda ricorda, agli atti, che è stato condannato per associazione per delinquere di tipo mafioso nell’ambito della nota operazione “Tela del Ragno”, che ha disarticolato le cosche contrapposte Serpa-Bruni e Scofano-Martello-La Rosa-Ditto, ponendo fine alla terribile guerra di mafia che ha insanguinato il basso Tirreno cosentino negli anni ‘90-2000.

Durante l’espiazione della pena per i fatti citati, La Rosa è stato anche promosso di grado ‘ndranghetistico da altri esponenti della onorata società.


«La conclamata appartenenza alla ‘ndrangheta di La Rosa – si legge negli atti – è stata attualizzata anche dal collaboratore di giustizia Diego Zappia, che ha affermato di aver conosciuto l’odierno indagato nel corso di una comune detenzione nel carcere di Siracusa, di aver appreso che lo stesso apparteneva a una cosca mafiosa di Paola e di aver presenziato a un rituale ‘ndranghetistico, nel quale furono conferiti al paolano le doti della “santa”, del “vangelo” e del “trequartino”».

La Dda, pertanto, crea un collegamento certo di La Rosa con la presente indagine e, soprattutto, certifica il suo inserimento negli ambienti della criminalità organizzata della zona tirrenica cosentina.

In tale contesto si inserisce l’episodio contestato nell’ultimo capo di imputazione che riguarda un tentativo di estorsione ai danni di un imprenditore paolano.

La vittima sarebbe stata infatti avvicinata in un primo momento da Giovanni Lenti, il quale gli chiedeva un regalo per conto di La Rosa di circa 1500/2000 euro e, in un secondo momento, anche dallo stesso Giuseppe La Rosa, il quale reiterava la richiesta avvertendo l’imprenditore che se avesse rifiutato non lo avrebbe aiutato in caso di bisogno, in tal modo prospettandogli implicitamente il rischio concreto di conseguenze derivanti dal diniego opposto.

Il Lenti avrebbe riferito alla vittima: Dobbiamo fare un regalo a Peppe La Rosa per stare tranquillo”. L’imprenditore racconta di essere stato poi avvicinato dal La Rosa, giunto a bordo di un motociclo: “Chiedevo cosa volesse, e lui mi riferiva di essersi recato da me per chiedermi un regalo perché ne aveva bisogno, lasciandomi intendere che il regalo era di natura economica. In merito, gli rispondevo che non ero intenzionato ad elargire somme di denaro in quanto impossibilitato economicamente e per convinzione personale, facendogli inoltre capire che non avrei mai aderito a tale richiesta. Nell’occasione chiedevo tuttavia il motivo per cui avrei dovuto fargli un regalo, e lo stesso ribadiva la necessità di ottenere dei soldi per risolvere i suoi problemi, senza null’altro aggiungere”.

Dopo mesi si ripresentava il La Rosa, sempre a bordo del proprio motociclo T-Max: «Dopo essere sceso dal proprio motociclo, mi raggiungeva da solo presso il mio container adibito ad ufficio. Lo stesso, avuta la mia presenza, premetteva: “lo so che sei amico di Francesco, ma a Paola le cose funzionano diversamente” per poi ripropormi una nuova richiesta – sempre di natura estorsiva – seppur non quantificando con precisione la somma di denaro che gli avrei dovuto dare, affermando testualmente “un regalo me lo devi fare, pure a fine stagione ma me lo devi fare”».

«A questo punto chiedevo al La Rosa Giuseppe se mi stesse chiedendo una “tangente”, a tal proposito lo stesso rispondeva testualmente: “no, no, io non sto chiedendo niente, un regalo mi devi fare“. A questo punto, il LA ROSA Giuseppe, indispettito, mi riferiva testualmente, con tono risentito “se mi chiudi la porta ricordati che se hai bisogflo io non ci sono“.