ALTILIA (Cs) – Falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici è l’accusa mossa nei confronti del sindaco di Altilia, Pasqualino Sebastiano De Rosa, che è anche responsabile dell’ufficio tecnico, al responsabile del procedimento Eugenio Bevacqua e al proprietario di un terreno privato su cui è in corso la costruzione di un capannone ad uso commerciale.
Contestati tre distinti permessi a costruire (tre capi d’accusa: uno per ogni singolo atto).
In virtù di ciò, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Cosenza, Alfredo Cosenza, ha disposto il sequestro preventivo di “terreni siti in Altilia (CS), c.da Petrarizzi, loc. Savuto, unitamente alle opere identificate progettualmente quale lotto B” con affidamento in giudiziale custodia al proprietario del bene.
Tre i capi d’accusa contestati al politico e amministratore, al tecnico comunale e al privato.
Il primo: «… in concorso tra loro, De Rose nella qualità di Sindaco e responsabile dell’ufficio tecnico, Bevacqua nella qualità di responsabile del procedimento, al fine di favorire” il privato “committente — per il quale si è proceduto separatamente per il reato di cui agli art. 323 c.p. e 44 DPR 380/01 – perché rilasciava un illegittimo permesso di costruire in variante attestando falsamente, nel medesimo atto, il rispetto delle vigenti normative antincendio, in particolare falsamente attestando di aver acquisito “il parere di conformità di progetto alle vigenti normative antincendio rilasciato dal Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Cosenza con parere del 1.4.2014 – parere in realtà mai emesso».
Il secondo capo d’accusa: «… in concorso tra loro, De Rose nella qualità di Sindaco e responsabile dell’ufficio tecnico, Bevacqua nella qualità di responsabile del procedimento, al fine di favorire” il privato committente – perché rilasciava, sulla base del falso di cui al capo a), un illegittimo permesso di costruire in variante, attestando falsamente, nel medesimo atto, il rispetto delle vigenti normative antincendio, in particolare falsamente attestando di aver acquisito “il parere di conformità di progetto alle vigenti normative antincendio rilasciato dal Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Cosenza con parere del 1.4.2014, parere in realtà mai emesso”.
Terza contestazione: «… in concorso tra loro … rilasciavano, sulla base del falso di cui al capo a), un illegittimo permesso di costruire in deroga, attestando falsamente, nel medesimo atto, il rispetto delle vigenti normative antincendio, in particolare falsamente attestando di aver acquisito “il parere di conformità di progetto alle vigenti normative antincendio rilasciato dal Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Cosenza con parere del 1.4.2014, … parere in realtà mai emesso».
Secondo il giudice, «non può non riconoscersi come la realizzazione delle opere delle quali il P.M. richiede il sequestro, in via di ultimazione, sulla base di titolo abilitativo illegittimo, integrante i reati di falso in contestazione, risulti caratterizzata da un evidente rapporto di pertinenzialità tra le opere medesime e la condotta illecita, funzionale alla realizzazione delle opere abusive, che possono pertanto essere sottoposte a sequestro preventivo».
E conclude: «Appare evidente – secondo il giudice – come l’ultimazione delle opere in discorso, comporterebbe l’irrimediabile compromissione della zona interessata dagli interventi nonché la concretizzazione della situazione di pericolo descritta».
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