Home Calabria Anziana “abbandonata” in Pronto soccorso a Cosenza: denuncia dei parenti (FOTO)

Anziana “abbandonata” in Pronto soccorso a Cosenza: denuncia dei parenti (FOTO)

«Trovata in condizioni pietose: era sporca, nessuno l'aveva pulita né fatta mangiare»

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COSENZA – «Non volevano farci entrare, ma quando siamo riusciti a oltrepassare la porta di ingresso del Pronto soccorso, l’abbiamo trovata in condizioni pietose: era sporca perché nessuno l’aveva pulita né cambiata; si era seduta dentro un armadio. Non aveva mangiato né aveva bevuto. Nessuno è stato accanto a lei per sostenerla e aiutarla, non essendo in grado di badare a se stessa».

E’ l’ennesima denuncia di parte che raccogliamo da parenti di persone costrette a cure mediche presso il Pronto soccorso dell’Ospedale Annunziata di Cosenza.

La donna non sarebbe stata accudita per carenza di personale sanitario, soprattutto operatori socio-sanitari, circostanza a noi confermata da altre persone presenti.

«Si era fatta la pipì e la cacca addosso» – racconta la nuora della signora di 80 anni, non autosufficiente, portata in ospedale ieri mattina per un malore e, dopo esami del sangue e tac, dimessa questa sera.

«Abbiamo evidenziato al personale sanitario il suo stato di salute all’atto dell’ingresso in reparto, ma come già accaduto venti giorni fa, in un precedente ricovero sempre all’Annunziata di Cosenza (i parenti forniscono foto e video: ndr), non ci siamo fidati e, preoccupati, il giorno successivo abbiamo preteso di farle visita. Entrati in stanza – raccontano – l’abbiamo trovata nelle condizioni in cui vedete anche voi nella foto. Nessuno le aveva cambiato il pannolone e lei non aveva né mangiato né bevuto. I sanitari hanno pure chiamato la polizia, alla luce delle nostre insistenze a entrare in reparto».

Poi aggiungono: «Alla clinica di Belvedere Marittimo, dove siamo andati dopo i venti giorni di passione trascorsi qui a Cosenza, nell’ambito di quel primo ricovero, ci siamo trovate benissimo, avendo riscontrato cura e dedizione, ma qui abbiamo passato due esperienze drammatiche».

Poi concludono: «La sanità non può essere questa. Urge personale e soprattutto servono umanità e attenzione verso pazienti e pazienti deboli».

Se qualche addetto, in contraddittorio, volesse fornire la sua versione dei fatti, potrà contattarci: info@calabriainchieste.it