PAOLA (Cs) – Nuove leve della ‘ndrangheta locale, monitorati dal Reparto operativo speciale dell’Arma dei Carabinieri, su delega della Procura della Repubblica Antimafia, vengono sopresi durante una sorta di summit in cui parlano dei futuri assetti delinquenziali del territorio con la scarcerazione di “pezzi da novanta” sia della cosca Scofano-La Rosa-Martello e sia del clan Serpa-Bruni.
Capi e “picciotti” del gruppo Calabria-Tundis, in particolare, ragionano, in primis, su una «ipotetica ricostituzione di parte del vecchio gruppo mafioso Scofano-La Rosa-Martello e, fra le altre cose, della recente scarcerazione di Scofano Mario (reggente pro tempore della formazione avversa ai Serpa fino al suo arresto)», viene spiegato negli atti del procedimento “Affari di Famiglia”.
Più in dettaglio, i monitorati discutono anche su un “possibile riassetto delinquenziale sul territorio di Fuscaldo – si legge sempre nelle carte – a seguito dell’eventuale scarcerazione di soggetti come MARTELLO Mario, GRAVINA Giancarlo alias “Pastasciutta” e SERPA Nella e della preoccupazione esternata da MARTELLO Alessio a seguito della scarcerazione di SCOFANO Mario, detto “u Nanu” (TUNDIS Andrea: «Ti faccio vedere quando succede una scintilla buona qui, come esce Mario Martello poi vedrai! E come ha detto Alessio… […] Mario SCOFANO, Mario e Alessio (ndr., Mario MARTELLO e Alessio MARTELLO) partecipano, poi vedrai…»
E ancora: «Come mi ha detto Alessio (ndr., MARTELLO Alessio): “Quando esce – ha detto – “u Nano” o “Piccoletto” (ndr., SCOFANO Mario è detto “u Nano”) – non so come l’ha chiamato – e Mario deve dare conto. Quello, alla fine, dice “Mi sono fatto venti anni!”»). Al rispetto, CALABRIA Pietro si professa tranquillo, poiché — secondo il suo punto di vista – i soggetti in questione, dopo aver sofferto trenta anni di carcerazione, non avranno alcuna intenzione di iniziare una guerra con le nuove leve che nel frattempo li hanno sostituiti: «te la posso dire una cosa? Questi che si sono fatti la galera trent’anni, cose di questa maniera, no? Escono e dicono: “Qui dobbiamo mettere mano, dobbiamo andare a ammazzare ad un altro”. Prendono l’ergastolo, chi cazzo ce la fa fare? Vediamoci le cose nostre».
CALABRIA Pietro, inoltre, torna sulla questione dell’astio che corre tra CARUSO Salvatore, cognato di SERPA Mario, e LA ROSA Giuseppe, nipote di Antonello, assassinato in un agguato di mafia il 26.10.2008, i quali stanno cercando entrambi di accaparrarsi il controllo delle estorsioni.