RENDE (Cs) – Il segretario regionale di Italia del Meridione, Emilio De Bartolo, mette in guardia sul rischio di «cortocircuito democratico» per via dell’«obbrobrio giuridico e anticostituzionale» che si sta cercando di consumare alla Regione Calabria in riferimento alla proposta di legge regionale sulle fusioni dei Comuni, con particolare riferimento alla Città unica Cosenza-Rende-Castrolibero.
«Come Italia del Meridione – spiega De Bartolo in una nota – intendiamo denunciare e stigmatizzare quello che sta accadendo in questi giorni a Palazzo Campanella in riferimento alla proposta di legge regionale sulle fusioni dei Comuni con riferimento, in particolare, alla realizzazione della paventata Città unica Cosenza-Rende-Castrolibero».
«Vogliamo dire con molta chiarezza – aggiunge – che non ci piace per niente né il merito della proposta di legge concepita da otto consiglieri regionali di maggioranza e né il metodo che si sta utilizzando nella commissione regionale competente, per far passare sotto silenzio un vero e proprio colpo di mano».
«Come si potrebbe definire altrimenti il tentativo di modificare, con la suddetta proposta legislativa, il comma 3 dell’articolo 5 della legge regionale numero 15 del 2006 sulle fusioni, laddove si propone di eliminare addirittura il riferimento alle delibere dei consigli comunali come passaggio vincolante per deliberare qualsivoglia fusione di Comuni?», si chiede.
«In altri termini si vuole decidere burocraticamente, dall’alto e senza il parere vincolante dei Sindaci e dei rispettivi consigli comunali, il destino di comunità, di storie e tradizioni millenarie», denuncia ancora.
«Se a questo aggiungiamo che il referendum popolare previsto è anch’esso semplicemente consultivo e non vincolante e peraltro per stabilire l’esito del referendum stesso è da considerarsi valida la maggioranza relativa complessiva di tutti i cittadini dei Comuni interessati e non invece una maggioranza Comune per Comune, come sarebbe giusto e corretto, possiamo affermare, senza esagerazione alcuna, che si rischia di determinare un vero e proprio cortocircuito democratico, oltre che, certamente, un obbrobrio giuridico e anticostituzionale».
De Bartolo e il suo partito, dunque, non sono per nulla d’accordo.
«Si vuole avere libertà di fondere ed estinguere comunità con storia e tradizione senza l’approvazione e il consenso preventivo e vincolante ne’ dei Sindaci, né dei Consigli comunali e né dei cittadini. Tutto questo è palesemente incostituzionale e calpesta ogni principio giuridico e perfino di buon senso e se dovesse passare questa proposta assisteremmo a una vera e propria imposizione antidemocratica che costituirebbe, peraltro, un pericolosissimo precedente che aprirebbe la strada, in altri territori e in altri Comuni, a decisioni simili assunte a gamba tesa e senza coinvolgimento alcuno delle Istituzioni locali e delle popolazioni interessate», spiega in una nota.
«Noi di Italia del Meridione, peraltro, non siamo affatto contrari in via di principio, come abbiamo affermato in più occasioni, a favorire i processi di aggregazione e di sinergia istituzionale fra enti locali, laddove ci siano le condizioni di omogeneità culturale, geografica e finanziaria», aggiunge.
«Abbiamo, però, altresì, sempre sottolineato che questioni così delicate e che toccano peraltro aspetti identitari oltre che di compatibilità finanziaria, andrebbero maneggiate con molta cura e attenzione, non trascurando i necessari e imprescindibili passaggi intermedi a cominciare innanzitutto da un rigoroso e preciso studio di fattibilità economico-finanziario, che analizzi in modo dettagliato le diverse condizioni di partenza e individui obiettivi realizzabili, scandendo le tappe e i diversi step per raggiungere il punto finale della unione di Comuni diversi; che, ribadiamo e sottolineamo, per quanto ci riguarda non può e non deve costituire un punto di partenza affrettato e arraffazzonato, ma semmai essere un punto di arrivo ponderato e consapevole».
E conclude: «Rispetto a tutto questo Italia del Meridione ha intenzione di mobilitarsi, a tutti i livelli, per impedire che una ipotesi così scellerata di proposta legislativa regionale prenda corpo e a questo proposito, abbiamo già organizzato come Partito per lunedì prossimo all’hotel San Francesco di Rende, una direzione regionale straordinaria allargata a tutti gli amministratori del Partito, per far sentire alta e forte la nostra voce e il nostro dissenso rispetto a quella che si profila come una vera e propria legge vergogna».