Il gruppo di opposizione

AMANTEA (Cs) – Il sindaco Vincenzo Pellegrino e la sua maggioranza si sono detti molto soddisfatti del lavoro portato avanti dall’atto del proprio insediamento e che ha avuto quale esito positivo l’approvazione del rendiconto di esercizio 2022. Una disamina che, però, è stata riportata sul binario giusto dai componenti della minoranza. Ma, procediamo con ordine. La maggioranza e il sindaco hanno scritto: «Nell’esercizio 2022, solo in parte di competenza dell’Amministrazione Comunale guidata dal sindaco Vincenzo Pellegrino, il debito dell’ente si ferma 7,487 mln contro 10,657 mln di euro dell’anno precedente, con un recupero verso l’OSL (Organo Straordinario di Liquidazione) di 4,3 mln di euro. E’ il dato significativo e pregnante del rendiconto di gestione del 2022, approvato dalla maggioranza, con il voto contrario dell’opposizione, nella seduta del civico consesso dello scorso 18 maggio. Un risultato che senza il vertiginoso aumento della bolletta energetica, che ha indotto una inevitabile lievitazione dei prezzi per beni e servizi, sarebbe potuto essere ancora migliore, tanto da portare ad un risparmio di un ulteriore milione di euro. Ma l’inversione di tendenza, che passa da un rigoroso controllo della spesa che l’Amministrazione Pellegrino sta attuando sin dall’insediamento avvenuto nel mese di giugno u.s. consente di guardare al futuro con una certa fiducia».

A quanto pare, però, le cose non starebbero proprio così. Ecco perché.

«Il Sindaco Pellegrino commenta il rendiconto 2022 ma nella sua disamina, a parte il condivisibile appello finale ai cittadini di buona volontà, per il resto reitera il solito esercizio retorico  e la solita rappresentazione autocelebrativa, ricca di meriti immaginari, di omissioni e di termini che confonde eppur diffonde a una ignara platea di lettori».

Proviamo a «mettere ordine, rettificare e integrare».

Allora: «Sig. Sindaco il debito dell’ente non si ferma a 7 .487 milioni contro i 10.657 dell’anno precedente, con un recupero verso l’Osl di 4,3 mln di euro”. Nessun merito, non si illuda, più semplicemente una delibera della Corte dei Conti del 27/6/22 consente al bilancio 2022 di beneficiare dei costi impropriamente addebitati ai bilanci  2017 e seguenti. Sindaco, è chiaro che è un regalo che le giunge dal passato?»;

E, ancora: «7.487 milioni non è il “debito dell’Ente” ma più correttamente il disavanzo dell’ente, perché il debito dell’ente è ben maggiore. Per intenderci, sig. Sindaco, il bilancio  potrebbe anche chiudere in avanzo e presentare al contempo un rilevante importo di debiti (verso, fornitori, banche, cassa Ddpp). Senza l’entrata straordinaria, non ripetitiva, di euro 4,3 milioni, il disavanzo “ordinario” sarebbe stato di euro 11.791.933 quindi in aumento di 1.134.000».

Sul “controllo certosino e severo della spesa”:

«Iil sig. Sindaco dimentica di dire che dopo un anno, il costo della raccolta indifferenziata non solo non è stato scalfito ma è ulteriormente cresciuto a livelli che gridano al cielo peccato. Scivola peraltro sulla classica buccia di banana. Sig. Sindaco, c’è costo più certo e più facile da abbattere delle Indennità percepite da lei e dalla sua  giunta? Per  par condicio, ma noi per garbo istituzionale la esentiamo, non sarebbe il caso che lei ripetesse davanti allo specchio il cenno di dissenso che ha riservato all’incolpevole consigliere?».

A proposito di esternalizzazione dell’accertamento e della riscossione dei tributi «“come anche più volte suggerito dall’organo di revisione”. In verità i revisori non hanno suggerito ma sono solo venuti a conoscenza della volontà di questa Amministrazione, adottata per giunta in palese contrasto con il parere  argomentato del dirigente competente».

E che dire dell’affermazione «”Grazie alla nostra azione convinta e pervicace…lo Stato dopo anni ha ripreso i trasferimenti al nostro comune…per oltre 5milioni”. Perché  non dire che erano relativi al 2020 ed al 2021, temporaneamente sospesi solo per inadempimenti (burocratici). Sig. Sindaco, per lei che per fini propagantistici non disdegna l’attribuzione  di tutti i mali al passato, è  duro dover ammettere che i 4,3 milioni OSL e i citati trasferimenti dello Stato sono frutti maturati in altre stagioni con altre gestioni. Ha la nostra comprensione…pecunia non olet».

la minoranza poi si domanda: «Senza enfasi e con la sobrietà dei toni che le è unanimemente riconosciuta, non ritiene che avrebbe dovuto riservare qualche accenno, senza suscitare allarme, alla chiusura del dissesto ed al mutuo di cui dovrà farsi carico il comune? E sul piano di risanamento pluriennale? Non avrebbe dovuto riferire delle incognite di valutazione tecnica e giurisprudenziali che aleggiano? E che dire dei grandi creditori (Enel, Sorical, Tim, Comune Nocera e Regione Calabria) dei debiti rateizzati con importanti piani di rientro».

Per concludere: «Siamo una minoranza dialogante, pronta a contribuire alle migliori soluzioni per l’ente, senza mistificazioni ma con onestà intellettuale e rispetto verso i cittadini-lettori».

stefaniasapienza@calabriainchieste.it