Home Calabria Inchiesta antimafia “Affari di Famiglia”, proseguono indagini e riscontri

Inchiesta antimafia “Affari di Famiglia”, proseguono indagini e riscontri

L'ipotesi di un nuovo blitz antimafia e di possibili "defezioni" nella cosca tirrenica

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I carabinieri durante un controllo

PAOLA (Cs) – Sono in atto da giorni indagini e riscontri su fatti delittuosi legati a reati contro il patrimonio contemplati nell’inchiesta antimafia “Affari di Famiglia”, che nei giorni scorsi ha portato alla esecuzione di misure cautelari spiccate dal giudice distrettuale catanzarese a carico di una quarantina di persone, molte dei quali presunti ‘ndranghetisti (https://www.calabriainchieste.it/2023/05/09/ndrangheta-arresti-sul-tirreno-nomi-37-misure-e-46-indagati/).

Si tratterebbe di vicende trattate in modo approfondito nella richiesta di misure cautelari dei Pubblici ministeri antimafia (e in modo più marginale nella decisione del giudice), con particolare riferimento a soggetti attualmente non attinti da alcuna misura, né citati nell’elenco dei 46 indagati coinvolti nel blitz antimafia operato alcuni giorni addietro.

Il riferimento è sia ad assuntori di cocaina che, contestualmente, vestivano i panni degli spacciatori e quindi di collaboratori della cosca di ‘ndrangheta, sia a persone legate alla pubblica amministrazione e a ditte private che hanno favorito le entrature mafiose tra Paola e San Lucido.

Sono in atto, pertanto, verifiche presso la pubblica amministrazione locale e presso aziende private, mentre a semplici assuntori di cocaina sono stati rivolti dagli inquirenti specifici quesiti sui propri fornitori di droga per meglio cristallizzare le fonti di prova.

Non si esclude, pertanto, una seconda fase dell’operazione antimafia, finalizzata a chiudere il cerchio rispetto a una serie di altri delitti.

V’è da dire, intanto, che nei prossimi giorni si registreranno ricorsi al Tribunale del Riesame in nome e per conto dei destinatari delle misure e, successivamente, in caso di esiti negativi, si potrebbe anche registrare – ma questa è solo una tesi – qualche defezione nel gruppo Calabria-Tundis, con particolare riferimento a giovani con scarsa esperienza nel settore criminale, anche alla luce dell’inchiesta antimafia cosentina denominata Reset che ha fatto venire meno una serie di importanti punti di riferimento in quel territorio per la criminalità tirrenica.