Home Cronache Tundis spiega come funziona la malavita: tranquillità finanziaria per i “picciotti”

Tundis spiega come funziona la malavita: tranquillità finanziaria per i “picciotti”

L'affiliato si sottomette alla disciplina del gruppo criminale: i proventi delle estorsioni vanno nella "bacinella"

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Intercettazioni dei Carabinieri del ROS

SAN LUCIDO (Cs) – Partendo da un furto di salami, Andrea Tundis, fedelissimo del giovane capomafia Pietro Calabria, dialogando con soggetto “intraneo” alla cosca di ‘Ndrangheta, offre lezioni di malavita.

Tundis, in particolare, spiega al suo interlocutore quali sono i punti di forza dell’associazione a delinquere e come si deve comportare il vero mafioso.

I dialoghi intercettati dagli specialisti della DDA catanzarese vengono considerati «preziosi» perché mostrano «com’era l’associazione per delinquere ai suoi esordi (quando gli indagati si occupavano di furti e altri reati minori) e com’è nell’attualità, in un momento in cui il potere di intimidazione è consolidato, i rapporti con le altre realtà criminali (Giuseppe La Rosa e i Serpa) appaiono forti e paritari e il programma criminoso può espandersi verso obiettivi più ambiziosi come conquistare il limitrofo territorio di Paola».

Andrea Tundis, nel dialogo in questione, spiega con semplicità “come funziona la “malavita”, osservando che, posto alla base dell’associazione un nucleo di rapporti personali forti e stabili, che funge da impalcatura del sodalizio, è imprescindibile che un’organizzazione criminale garantisca ai suoi affiliati una certa tranquillità finanziaria. Cosi è per la cosca Calabria».

Ancora, va sottolineato un concetto fortemente indiziario dell’esistenza di un gruppo criminale, ossia che «i proventi delle estorsioni raccolti dal singolo associato, nello specifico Tundis (le ventimila e cinquemila), non vengono da questi trattenute per sé, ma conferite al gruppo (“di queste cose a me non mi dai niente”) amministrate dal capo (“tu sei la mente”)».

Il «buon affiliato» – come Tundis ritiene se stesso e i suoi soci -, «anche se non percepisce un lucro ingente e immediato commisurato agli sforzi delle diverse azioni criminali da lui commesse, si sottomette alla disciplina del gruppo: “noi come noi non facciamo niente lo sai perchè? Perchè siamo uomini!” senza “disonorevoli” insubordinazioni (“però c’è gente che dice: “ora subentro io! Hai capito?”)».