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Gli appetiti del clan sui lavori al porto di San Lucido e la ditta “prestanome” di Paola

La 'ndrina voleva pilotare la partecipazione alla gara di un imprenditore di Paola

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Intercettazioni dei Carabinieri del ROS

PAOLA (Cs) – La cosca di ‘ndrangheta sanlucidana cercò di mettere le mani su un appalto ammontante a circa un milione di euro per l’ammodernamento del porto di San Lucido, sfruttando una società “prestanome” di Paola.

La vicenda, in sintesi, è la seguente: il capomafia Pietro Calabria viene informato dell’avviamento di una procedura concorsuale non espressamente nominata nei dialoghi captati del valore di circa un milione di euro e, mediante il suo alter ego Andrea Tundis, programma di pilotare la partecipazione alla gara di un imprenditore di Paola a loro vicino, affiancandolo in modo occulto, finanziandolo e sostenendolo criminalmente.

A tal fine, Calabria si accorda con lo stesso imprenditore per l’acquisto di mezzi meccanici necessari per l’esecuzione dei lavori.

Tuttavia, al procedimento concorrenziale pare essere interessato un altro imprenditore, che non viene mai nominato, né descritto con elementi alla sua identificazione, che si proclama protetto criminalmente da altro soggetto, residente a Paola, destando il fastidio del giovane boss Pietro, che non ammette che alcun soggetto possa aspirare a offrire copertura ‘ndranghetistica nel “suo” territorio.

La vicenda è riscontrata da numerose intercettazioni e dialoghi tra i vari attori.

Il brano più importante è quello in cui Andrea Tundis riferisce al cognato Pietro di aver incontrato l’imprenditore di Paola che lo ha informato che una terza persona non identificata è intenzionata a partecipare ai “lavori” (cioè alla procedura di affidamento dell’appalto) godendo dell’appoggio dell’altro soggetto in odor di mafia, colui che sostiene di “comandare” tra Paola Sud e San Lucido.

Tundis aggiunge di aver già ammonito il concorrente di non interferire con il loro programma di assumere la commessa pubblica e che, di contro, il loro imprenditore amico, sarebbe intenzionato a partecipare all’affidamento dei lavori con l’appoggio di Pietro Calabria per lo svolgimento del lavoro, da fare con una terza persona non meglio indicata, per un importo di un milione di euro: «Mo’ digli a Pietro che a marzo lui partecipa alla cosa che diventa presidente di tutti i consorzi e c’è un milione di euro. “Diglielo a lui”. Eee … lo fate assieme, Ha detto: “Ci serve un camion corto e una ruspa buona».

Gli ‘ndranghetisti contattano, poi, l’imprenditore paolano per concordare l’acquisto di una ruspa usata da un’altra ditta edile di Paola.