Home Calabria “Bigliettino di minacce” al sindaco di Paola, mistero sempre più fitto

“Bigliettino di minacce” al sindaco di Paola, mistero sempre più fitto

La presunta frase minacciosa “secretata” dal primo cittadino e dai suoi collaboratori

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PAOLA (Cs) – Sebbene più volte richiesto, a mero titolo di doveroso riscontro, per ragioni di correttezza verso gli interessati e soprattutto verso i lettori, “Calabria Inchieste” deve rendere noto che non è ancora riuscita a venire in possesso del famigerato “bigliettino” contenente “minacce” di un danno ingiusto (esempio: minacce di morte) rivolte al sindaco di Paola, Giovanni Politano.

Nè è riuscita a venire in possesso del “corpo del reato” (sarà stato consegnato alle forze dell’ordine?), né di una foto a riscontro, nemmeno di una dichiarazione ufficiale da parte dello stesso sindaco circa la conferma dell’esistenza di “un biglietto contenente una frase di minacce” rivolta alla sua persona.

Sarebbe bastata anche solo una dichiarazione ufficiale dello stesso primo cittadino – esempio:sì, esiste un bigliettino e vi dico pure cosa c’è scritto…” – ma in questi giorni non è arrivato alcun riscontro, né è arrivata la conferma circa l’esistenza del bigliettino e della frase minacciosa. Sono arrivate solo note stampa di solidarietà da parte dell’amministrazione comunale, di partiti e rappresentanti di quella coalizione, che noi abbiamo pubblicato.

Questo “mistero” ci ha costretto a titolare il nostro servizio giornalistico in modo corretto (https://www.calabriainchieste.it/2023/05/26/presunte-minacce-al-sindaco-solidarieta-dellamministrazione-comunale/), ma freddo e povero di dettagli che, a nostro avviso, devono sempre caratterizzare la cronaca giornalistica, soprattutto quando i fatti riguardano vicende delicate come questa.

Essere costretti a titolare “presunte minacce al sindaco…“, non ci piace e lo diciamo pubblicamente, ma siamo stati costretti alla formula dubitativa perché i fatti vanno doverosamente riscontrati e chi comunica (tra gli altri: il Comune di Paola) deve rispettare le regole della comunicazione istituzionale.

Deve evitare la pratica della disintermediazione, rispondendo anche alle domande, soprattutto se decide, a monte, di raccontare (o far raccontare) un fatto grave come quello di una minaccia al sindaco della città.

Com’è noto, infatti, il reato di minaccia è previsto e punito dall’art. 612 del codice penale, consiste in una intimidazione fatta attraverso la prospettazione di un danno ingiusto (es: minacce di morte); diversa è, invece, l’offesa (il reato di diffamazione punisce chi, comunicando con più persone, rechi volontariamente un’offesa alla reputazione di una persona assente), meno grave, anche se censurabile.

E, allora, attendiamo ancora che dal Comune venga fornito il richiesto riscontro, non certo perché non siamo in grado di raccogliere quei dettagli da altre fonti, ma perché i lettori, i cittadini, chi è destinatario di comunicazione giornalistica e messaggi istituzionali, deve ricevere informazioni vere o comunque verosimili, corrette, riscontrate da chi riveste, a vario titolo, ruoli di responsabilità.