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Crollano del 12,6% i consumi di frutta e verdura in Calabria. Si spende il 7,7% in più

È quanto emerge dall’analisi Coldiretti sugli effetti dell’inflazione nel primo trimestre del 2023

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La Coldiretti all'edizione cosentina

CATANZARO – Coldiretti Calabria denuncia il crollo del 12,6% dei consumi di frutta e verdura nella nostra regione, evidenziando al contempo che si spende il 7,7% in più.

Proseguono anche quest’anno, dunque, le difficoltà che nel corso del 2022 hanno portato a tagliare gli acquisti di frutta e verdura che sono crollati del 12,6% in quantità rispetto all’anno precedente, ai minimi da inizio secolo.

«In Calabria ad esempio– riferisce Coldiretti –le famiglie hanno ridotto del 18% le quantità di pere, del 8% le arance, dell’7% le pesche, le nettarine e i kiwi e del 4% le mele mentre crollano gli ortaggi con punte del 26% degli asparagi».

«Il risultato è che il consumo di frutta e verdura – precisa la Coldiretti – si è notevolmente ridotto con preoccupanti effetti sulla salute dei cittadini. Il frutteto Calabria – ricorda Coldiretti – secondo i dati Istat è cosi composto almeno per le principali varietà: melo 1074 aziende per 453 ettari, pero 731 con 168 ha, pesco 774 e 1571 ha, nettarina 243 con 1016 ha, albicocco 560 e 734 ha, ciliegio 738 con 382 ha, susino 373 e 87ha, fico 1246 con 777 ha, actinidia 959 con 2.562 ha, arancio 8.385 e 10.790 ha, clementina 3827  con 9.792 ha».

Il caro prezzi taglia quindi le quantità di prodotti alimentari acquistate dai consumatori nel 2023 che sono però «costretti a spendere comunque il 7,7% in più a causa dei rincari determinati dalla crisi energetica».

È quanto emerge dall’analisi Coldiretti sugli effetti dell’inflazione nel primo trimestre del 2023 sulla base dei dati Istat sul commercio al dettaglio.

«La situazione di difficoltà è resa evidente dal fatto che – sottolinea la Coldiretti – volano gli acquisti di cibo low cost con i discount alimentari che fanno segnare un balzo del +9,1% nel trimestre nelle vendite in valore, il più elevato tra gli scaffali del dettaglio».

«Una situazione che – precisa la Coldiretti – evidenzia la difficoltà in cui si trovano le famiglie che, spinte dai rincari, orientano le proprie spese su canali a basso prezzo rinunciando anche alla qualità e facendo slalom alla ricerca dei prezzi più bassi. Volano gli alimentari con un balzo del +13,4% del fatturato».

A spingere gli alimentari – sottolinea la Coldiretti – sono sia i consumi interni trainati dalla ristorazione ma anche le esportazioni che nel primo trimestre dell’anno mettono a segno con un buon aumento anche in Calabria  grazie ai prodotti simbolo della Dieta Mediterranea come vino, olio e ortofrutta fresca che salgono sul podio delle specialità più vendute all’estero.

Un risultato che conferma il primato del nostro agroalimentare nella filiera allargata che in Italia vede impegnati ben 4 milioni di lavoratori in 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari, oltre 330mila realtà della ristorazione e 230mila punti vendita al dettaglio e 10mila agricoltori in vendita diretta con Campagna Amica».

«In Calabria – ricorda Coldiretti – ci sono oltre 15mila tra ristoranti, bar, pizzerie e agriturismi con 32668 addetti e i mercati coperti e all’aperto di Campagna Amica.

«La strada da seguire – indica Coldiretti – sono gli accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni nonché, aumentare le risorse destinate all’agroalimentare nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) sostenendo progetti di filiera per investimenti dalla pasta alla carne, dal latte all’olio, dalla frutta alla verdura che vedono più di 50 proposte che coinvolgono migliaia di agricoltori, allevatori, imprese di trasformazione, università e centri di ricerca».