Il corteo oggetto di contestazione

Don Matteo Giacobbe, 50 anni 

è stato rimosso dal suo ruolo di parroco di Cirò dall’Arcidiocesi. La decisione, presa dall’arcivescovo di Crotone-Santa Severina Angelo Raffaele Panzetta, per quanto registrato nel corso della processione di San Cataldo dello scorso 9 maggio, allorquando il corteo religioso avrebbe fatto una deviazione rispetto al percorso prestabilito, passando sotto le abitazioni di presunti boss affiliati alle cosche locali, condannati nell’operazione “Stige”.

In particolare, il corteo sarebbe passato a pochi passi dalla casa di Basilio Paletta per poi sostare davanti l’abitazione di Vittorio Bombardiere (agli arresti domiciliari). Addirittura, su un banchetto sistemato per l’occasione di fronte la casa di Bombardiere, sarebbe stata poggiata per alcuni istanti la statua del santo, con tanto di benedizione del sacerdote. Una circostanza, questa, che ha provocato l’immediato intervento dei carabinieri impegnati nel servizio d’ordine per il ripristino del percorso stabilito per la processione.

Pochi minuti dopo i militari hanno notato, sotto l’abitazione di Vittorio Farao (esponente di spicco della criminalità locale attualmente detenuto), che era stato allestito un tavolo simile a quello posto sotto l’abitazione di Bombardiere. La mancata sosta del corteo ha spinto la moglie di Farao a presentarsi in caserma per protestare.

Gli episodi erano stati segnalati alla Dda. La Curia, venuta a conoscenza dell’accaduto, aveva istituito un’inchiesta interna chiedendo le dimissioni al parroco. Ieri la decisione che porta don Matteo Giacobbe alla rimozione del suo servizio sacerdotale nella comunità di Cirò.